Subissato di insulti, solo e soltanto perché lui, 23enne, ha trovato la felicità al fianco del 60enne Alessandro Cecchi Paone. Simone Antolini è stato travolto dall’omofobia dopo la pubblicazione degli scatti estivi in cui bacia il giornalista, in barca. Immagini di pura e semplice serenità che hanno generato odio, come confessato da Simone a Candida Morvillo sul Corriere della Sera.
“Per me è stato il finimondo. Sono giovane e molto sensibile. Vicini, persone che vedo tutti i giorni, hanno scritto cose orribili, che mi hanno fatto male. Sono gli stessi che, per anni, ho servito al bancone. Oggi, in attesa di laurearmi, curo contabilità e amministrazione della ditta agricola di mio padre, conosco tutti e mi conoscono tutti: non mi aspettavo reazioni simili nella mia stessa comunità. Sono stato dipinto in un modo che non merito. Sono in regola con gli studi, ho buoni voti, non vedo lora di finire l’università e partecipare a dei concorsi della Pubblica Amministrazione. I commenti degli sconosciuti non mi hanno disturbato, mi hanno fatto male quelli di persone che possono essere i genitori dei miei amici, dei miei compagni di scuola, di cui potrei essere il figlio. Fino a qualche giorno fa ero amato da tutto, credo apprezzato come ragazzo grazioso e gentile, di punto in bianco mi sono trovato a fare i conti con gente passata dallo stimarmi allo schifarmi. Uno mi ha chiesto: “almeno ti paga bene?””.
Una valanga di cattiverie a cui Simone, studente di Scienze Giuridiche in una cittadina marchigiana dove lo conoscono tutti perché ha sempre aiutato i genitori nel negozio di alimentari di famiglia, non era preparato. “I miei genitori sapevano che frequentavo Alessandro, forse immaginavano ma non avevo avuto l’occasione di un dialogo con loro. Per cui, tutti pensavano che fossi etero e ora ritengono che sia diventato omosessuale per diventare famoso”. Un’eventualità che Antolini non brama affatto. “Amo il cinema ma l’unico provino a cui ho partecipato l’ho vissuto come la dimostrazione che era meglio pensare prima a studiare”.
Simone ha conosciuto Cecchi Paone grazie ai social, strumento sempre più diffuso per interagire con persone conosciute e non. “Gli ho scritto su Instagram. Uscivo dalla mia prima relazione omosessuale. In precedenza, avevo avuto una fidanzata per 4 anni e avevo molti dubbi. Guardando la tv in pandemia avevo scoperto Alessandro aveva avuto una moglie. La similitudine di esperienze mi ha spinto a seguirlo sui social. Ci siamo scritti. Sono andato a conoscerlo a Rimini. Abbiamo cominciato a parlare tantissimo. Era aprile. Ho trovato in lui una persona che mi capisce, mi protegge”.
I 38 anni di differenza, precisa Simone che ha dovuto chiudere i propri profili social perché travolto dagli insulti, non sono affatto un problema. “Mi fa stare bene ed è quello che importa. Sono totalmente perso di lui. Da quando è entrato nella mia vita mi sento sicuro di quello che sono, ha risvegliato in me l’interesse per arte, scienza, storia. Posso ascoltarlo per ore e questo mi ha spinto a concentrarmi il doppio sullo studio. Ha aggiunto alla mia vita la voglia di essere migliore”.
I genitori di Simone, che “non sono stati contenti di sapere le cose da una rivista“, sono ora al suo fianco. “Vogliono solo che sia felice e trovi la mia serenità. E io, a parte i commenti brutti, l’ho trovata e voglio tenermela stretta”.
Persino Alfonso Signorini, direttore di Chi, ha dovuto replicare ad una lettrice che si è detta “disgustata” dagli abbracci e dalle tenerezze in vacanza di Simone e Alessandro. “In tutta franchezza, le immagini del servizio su Alessandro Cecchi Paone, non mi sembrano, come lei adombra, di cattivo gusto”, ha replicato il conduttore del GF Vip: “raccontano semplicemente l’entusiasmo di una passione e di un sentimento che lega due uomini. Se fosse questo per lei il vero problema, sarei ben contento di aver perso una lettrice“.
Cecchi Paone, intervistato da LaRepubblica, ha parlato di una “bella storia estiva”. “Diventerà altro? Spero proprio di sì. Lui non elabora ancora questi concetti politicamente. Non si è ancora concentrato sul tema dei diritti, sulle adozioni e sul resto. Grazie a noi e a giornali come Repubblica, alle nostre battaglie, le nuove generazioni si pongono di meno il problema della discriminazione. Sono cresciuti con musica, film e serie tv di stampo anglosassone, aperti all’inclusività“.
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