Si chiama Jan Olov Argen, ma ha scelto Madeleine come secondo nome. E’ la storia di una trans svedese che per questa scelta ha avuto una serie di fastidiosi problemi con il fisco che non accettava che una persona che all’anagrafe risulta essere maschio, avesse un nome da femmina.
Jan/Madelaine si è rivolta al tribunale e adesso la corte del livello più alto del tribunale amministrativo svedese, il Regeringsraetten, ha stabilito che gli uomini possono usare nomi da donna e viceversa, con buona pace del fisco che del caso di Jan/Madelaine dovrà farsi una ragione.
La cosa interessante è che la sentenza del Regeringsraetten non è valida solo per Jan/Madelaine, ma fa precedente ed è riferimento per tutti coloro che, da uomini, vorranno usare nomi da donna o viceversa, oltre a quello originario a patto «che esso non provochi disgusto o malessere» cosa che, come hanno fatto notare i giudici stesso, è difficile che si verifichi parlando di nomi.
Alla notizia della sentenza, Jan Olov Madeleine Agren, che lavora per la Croce Rossa svedese come esperta di discriminazioni delle minoranze (e ci sembra sia sufficientemente titolato a farlo), ha commentato così sulla pagina dei commenti del Goteborg Post: «Bello, con la decisione del tribunale ora il Fisco non avrà più da obiettare contro il mio nome».
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