Nuove proiezioni fino al 9 maggio: al Cinemino di Milano e all’Apollo 11 di Roma, esordio a Genova (Cinema Cappuccini) e a Bologna (Cineteatro Orione), oltre che a Mezzago (cinema Bloom).
È l’amore, quello puro, come direbbe Veronesi, il protagonista di un gran bel melò croato, The Constitution di Rajko Grlic: due insolite storie d’amore, come recita il sottotitolo italiano del film distribuito da Cineclub Internazionale in collaborazione con Tycoon Distribution. C’è un’umile infermiera serba che vive in uno scantinato col marito ubriacone e dislessico. Lui cerca di vincere un concorso per essere ammesso nella polizia croata dove sarebbe il primo serbo in assoluto ed abita sotto a un professore gay, colto e sensibile che accudisce il padre gravemente malato in casa ed è disperato per aver perso un anno prima l’amore di una vita, un violoncellista che ‘osava’ passeggiare con lui mano nella mano in un parco. Il maestro – in senso socratico – insegna storia e diritto, ma viene picchiato da una gang omofoba quando, diventata Katharina per ballare in casa sulle note dell’amore e poi andare in un bar, viene riconosciuto al pronto soccorso dall’infermiera avida che ha un segreto inconfessabile alle spalle ma vuole che il marito Ante passi l’esame da poliziotto grazie alle lezioni private di Vjeko sulla Costituzione Croata.
È un melò passionale, cambia registro e diventa un thriller sulla paranoia e l’odio reciproco tra i due popoli slavi del sud lacerati dalla Guerra d’Indipendenza croata (1991-1995), ventiquattromila morti e mezzo milione di profughi: una ferita che ancora brucia sulla pelle e nelle coscienze di due repubbliche che da Belgrado a Zagabria – dov’è ambientato il film – ancora è causa di odio profondo e criminalità diffusa.
Dopo il capolavoro gay 120 Battiti al Minuto, ecco un altro commovente film sul corpo, mutilato, offeso, morente, lacerato dai ricordi atroci: “Lui abbracciava il mitra e io ero incinta di quattro mesi”. E quello femminile, “con un buco da cui è uscita tutta la felicità” e se n’è andata con le anime di morti che ancora camminano nelle strade, medicate alla benemeglio, minacciate da cibo forse avvelenato, intriso di urina e sangue.
Scene bellissime: la lezione con l’allievo figlio di un deputato corrotto, il saluto nazista davanti al militare morente, il ricordo straziante della cosa più importante, ‘LYUBAV’, l’amore in croato, aspro come quella lingua se non vissuto pienamente e a lungo, dolce come ambrosia se eterno, come quello tra Vjeko e Bobo, evocato dalla musica soave di quest’ultimo, meglio che in Philadelphia, molto meglio.
La Croazia è uno dei Paesi creati dopo la dissoluzione della Jugoslavia. Durante la transizione dal socialismo al capitalismo, la Croazia è stata orribilmente deturpata dalla cultura dell’odio per il diverso, l’omofobia, depredata dai tanti che hanno sfruttato la guerra come alibi. Questo processo ha fatto sì che un gruppo di circa duecento famiglie trasformassero un paese relativamente ricco fino alla fine degli anni Ottanta, in uno degli stati attualmente più corrotti e indebitati d’Europa e con il minor tasso di crescita economica.
Le statistiche indicano che il numero di cittadini con un titolo di studio che emigrano è maggiore in Croazia rispetto a qualunque altro paese europeo. Quando si chiede a queste persone perché se ne vadano, la risposta è sempre la stessa: “Non voglio che i miei figli crescano circondati dall’odio“.
I due popoli più numerosi tra gli slavi del sud hanno un passato comune limitato a soli settant’anni – dal 1918 al 1991.
In quel lasso di tempo lasciarono che la politica li riempisse d’odio, al punto che gli Ustascia, i fascisti croati che agivano sotto il controllo del Terzo Reich, commisero un genocidio senza precedenti per “ripulire” la Croazia dai serbi, che in quel momento costituivano il 18% della popolazione.
Quanto sono bravi gli attori Nebojsa Glogovac, vibrante nel ruolo gender di Vjeko-Katharina, Dejan Acimovic, Ksenija Marinkovic! Meritati i sette premi vinti, da Montréal a Lecce passando per Santa Barbara.
È davvero una bella sorpresa, etico e profondo, umanista e animalista, capace persino di sussulti ironici come il vertiginoso blowjob mentre si recitano gli articoli della Costituzione Croata.
Da vedere assolutamente.