La quarta stagione di “The Crown” è un trionfo sin dalle prime puntate. Un successo previsto, con l’arrivo di Gillian Anderson nei panni di Margaret Thatcher. Fu la prima donna nella storia britannica a occupare il posto a Dowing Street.
Primo ministro. La lady di ferro. Margaret Thatcher in The Crown si mostra come era realmente: una donna severa, che non accettava di inchinarsi (metaforicamente) al volere della Regina, con la quale c’erano non poche tensioni.
Ma la storia dell’unica prima ministra donna, che ha governato il Regno Unito dal 1979 al 1990, ha ricordato le posizioni “poco friendly” nella memoria dei britannici omosessuali. E in coloro che hanno studiato la storia LGBT inglese.
Margaret Thatcher: dalla sezione 28 alla crisi di AIDS
La Thatcher sosteneva i valori morali tradizionali, come si sente dire ancora oggi da alcuni leader populisti. Ma nel Regno Unito, era la fine degli anni’ 80. Qui, e in altri Paesi, lo si sente dire nel 2020.
La legge del Local Government Act, chiamata Sezione 28, è stata emanata il 24 maggio 1988 dal governo Thatcher. La Sezione 28 di fatto vietava la promozione dell’omosessualità. Era anche vietata la produzione materiale per promuoverla e vigeva il divieto di qualsiasi insegnamento nelle scuole che portasse all’accettazione dell’omosessualità. Di conseguenza, uno studente omosessuale non poteva nemmeno denunciare il bullismo omofobico ai professori, che avevano l’ordine di non affrontare l’argomento.
In definitiva, non si doveva neppure nominare l’esistenza della comunità LGBT. E si è dovuto attendere il nuovo millennio per eliminarla: è stata abrogata in Scozia nel 2000, 3 anni più tardi in Inghilterra e Galles.
Riguardo l’epidemia di AIDS, la prima ministra conservatrice non mosse un dito per contenere i contagi. Ma nemmeno per limitare l’odio nei confronti delle persone LGBT, visti come gli untori di questa nuova malattia, che era stata definita appunto “il cancro dei gay”.
La stessa Gillian Anderson ha dovuto concentrarsi per interpretare la parte di Margaret Thatcher nella serie, tralasciando la sua politica e pensando solamente a rappresentare una donna, nel mondo del lavoro e della famiglia.
While you’re all stanning ‘sexy Maggie’ here’s a reminder how how toxic she was. pic.twitter.com/4YTiwkgapb
— Scott Cuthbertson (@ScotCuthbertson) November 15, 2020
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Definire la Thatcher come “poco gay friendly” è un ridicolo eufemismo, offensivo verso tutte le persone LGBT+ britanniche che hanno dovuto subire le conseguenze delle sue politiche scellerate. La Thatcher è stata una grandissima str*nz@ conservatrice bigotta omofoba, proprio per i motivi scritti anche in questo articolo, fin troppo morbido nei suoi confronti, oltre che una liberista sfrenata che ha portato a un'idea di mercato senza regole e senza i diritti dei lavoratori. Durante il suo governo l'attacco ai diritti civili è andato di pari passo con l'erosione sistematica dei diritti sociali. Non a caso il movimento LGBT+ si alleò con i sindacati dei minatori, come raccontato splendidamente nel film "Pride". Cerchiamo di non riscrivere la Storia in una chiave edulcorata e benevola, per favore.
Alla Thatcher si possono rimproverare molte cose, ma aveva una qualità che vale oro per un leader politico in un regime democratico, cioè il coraggio di dire la verità o almeno quella che credeva la verità anche a costo di scontentare il popolo o una grossa parte di esso. In un Regno unito con milioni di iscritti ai sindacati, ebbe il coraggio di dare torto ai sindacati affermando che fosse giusto chiudere le miniere inefficienti. Un leader democratico che non lecca il culo agli elettori è merce più unica che rara. Questo è il motivo per cui, nonostante le molte critiche che condivisibilmente si possono muovere alla Thatcher, non ne ho un giudizio negativo.
non è stata l'unica donna a ricoprire l'incarico. in anno recenti c'è stata anche theresa may