Se in Uganda la terrificante luova legge omofoba è stata rispedita in Parlamento dal presidente Museveni, che ha chiesto modifiche dopo le pressioni internazionali, in Kenya è stato appena presentato un altro disegno di legge che andrebbe a minacciare i rifugiati omosessuali in arrivo proprio dal vicino Uganda.
La proposta di legge, l’ultima di un’infinita serie di leggi anti-LGBTQ+ presentate in tutta l’Africa, espellerebbe i rifugiati e i richiedenti asilo che si identificano come gay, oltre a punire per un lungo elenco di altri reati considerati “immorali”.
Se approvata, la legge renderà effettiva “l’espulsione di rifugiati e richiedenti asilo LGBTQIA+” e imporrebbe “la psicoterapia e la riabilitazione dei delinquenti”, aumentando la prospettiva di campi di rieducazione e terapia di conversione forzata.
Il Kenya è la meta preferita delle persone LGBTQ+ in fuga dall’Uganda, dopo l’approvazione della legge Kill the Gays 2.0 che il presidente Yoweri Museveni ha recentemente rinviato al Parlamento.
A inizio aprile il parlamentare kenyota Peter Kaluma ha presentato un disegno di legge a protezione della famiglia, modellato proprio sulla legge omofoba ugandese. “Gli atti e le unioni sessuali tra persone dello stesso sesso sono sterili per natura”, ha detto Kaluma. “Se tollerati o sostenuti e propagati, porterebbero all’estinzione della razza umana”.
Ad oggi il Kenya è l’unica nazione dell’Africa orientale ad accettare rifugiati e richiedenti asilo LGBTQ+ senza mettere in discussione il loro orientamento sessuale. Il Paese ospita più di mezzo milione di sfollati provenienti dai paesi vicini nei campi profughi di Dadaab e Kakuma, che è uno dei più grandi al mondo. L’ONU ha più volte certificato violazioni dei diritti umani contro le persone LGBTQ+ in entrambi i campi profughi. All’inizio di quest’anno, più di 300 rifugiati LGBTQ+ a Kakuma hanno lanciato una raccolta firme per protestare contro discriminazioni, torture e maltrattamenti.
“Come rifugiati che cercano sicurezza e rifugio da conflitti e persecuzioni, non dovremmo sopportare ulteriori sofferenze e discriminazioni all’interno dei confini del campo”, si legge nella petizione. “Eppure, questa è la realtà per molti di noi.”
La brutalità e i maltrattamenti della polizia hanno portato a morte, disabilità e ad “un clima di paura e insicurezza all’interno del campo, dove non siamo in grado di vivere liberamente e apertamente come membri della comunità LGBTIQ+”, hanno scritto i firmatari. “Siamo stanchi di vivere nella paura e chiediamo la fine di queste ingiustizie”.
Le sezioni 162 e 165 del Codice Penale del Kenya criminalizzano il comportamento omosessuale ed il tentativo di comportamento omosessuale, riferito come “conoscenza carnale contro l’ordine della natura” e ne stabiliscono la punizione, che può arrivare fino ai 14 anni di carcere.
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