Nel 1993 Philadelphia di Jonathan Demme faceva la storia di Hollywood, in quanto prima grande produzione cinematografica a trattare in maniera esplicita il tema dell’AIDS con protagonista un personaggio omosessuale. Capolavoro indiscusso della cinematografia anni ’90, Philadelphia venne candidato a 5 premi Oscar, vincendone due. Uno per la strepitosa (Streets of Philadelphia), canzone portante di Bruce Springsteen e Neil Young, e una per la memorabile prova d’attore di Tom Hanks, che fece suo l’ambito ruolo battendo in volata Daniel Day-Lewis, Michael Keaton e Andy García. L’anno dopo, grazie a Forrest Gump, Hanks vincerà il suo 2° Oscar consecutivo come miglior attore, eguagliando un record ad oggi ancora imbattuto e da allora condiviso con Spencer Tracy.
Passati quasi 30 anni, Hanks, che all’epoca perse circa 15 kg durante la lavorazione del film, ha ammesso che oggi come oggi difficilmente gli chiederebbero di interpretare quel personaggio gay, andando così a rilanciare l’ormai infinita diatriba sugli attori eterosessuali che interpretano personaggi omosessuali da almeno un paio d’anni esplosa in quel di Hollywood. Via New York Times, Hanks ha così motivato il tutto.
“Non credo che la gente accetterebbe l’inautenticità. Ad un uomo eterosessuale darebbero oggi la mia parte in Philadelphia? No, ed è giusto che sia così. Il punto centrale di Philadelphia era non aver paura. Uno dei motivi per cui la gente non aveva paura di quel film è che interpretavo un uomo gay. Ora siamo oltre e non credo che la gente accetterebbe l’artificiosità di un ragazzo etero che interpreta un ragazzo gay. Non è un crimine, non è una lamentela se qualcuno oggi come oggi desidera di più da un film in termini di autenticità. Sembra che sto facendo una predica? Non era mia intenzione”.
A breve in sala con Elvis, film di Baz Luhrmann che potrebbe accompagnarlo verso la sua 3a statuetta, il gigantesco Tom Hanks in Philadelphia interpretava Andrew “Andy” Beckett, un brillante avvocato omosessuale che dal giorno alla notte viene licenziato dal suo studio legale. Convinto di essere stato discriminato in quanto gay e malato di AIDS, fa causa allo studio, con al suo fianco l’amato Miguel Alvarez, interpretato da Antonio Banderas, e l’avvocato Joseph “Joe” Miller, interpretato da un eccezionale Denzel Washington. Il film fu un clamoroso successo anche in sala, incassando ben 206.678,440 dollari in tutto il mondo.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.