L’ultimo report Istat «Matrimoni, unioni civili, separazioni e divorzi, anno 2021» ha visto tornare al segno “+” il numero di unioni civili, dopo l’inevitabile calo del 2020 causa Covid. Quasi il 40% in più rispetto al 2020.
Nel 2021 sono stati celebrati in Italia 180.416 matrimoni, ovvero ben l’86,3% in più rispetto al 2020, anno ribadiamo frenato dalla pandemia. L’aumento non è stato comunque sufficiente a recuperare quanto perso nell’anno precedente, con la variazione rispetto al 2019 pari a -2,0%. I matrimoni religiosi, quasi triplicati rispetto al 2020, sono in calo (-5,1%) rispetto al periodo pre-pandemico.
Nei primi nove mesi del 2022 i dati provvisori indicano un lieve aumento dei matrimoni (+4,8% rispetto allo stesso periodo del 2021) dovuto esclusivamente alla crescita dei matrimoni civili (+10,8%).
Nel 2021 sono state costituite 2.148 unioni civili tra coppie dello stesso sesso, ovvero +39,6% rispetto alle 1.539 del 2020.
Nel 2019 furono 2.297, 2.808 nel 2018 e 4.376 tra 2017 e secondo semestre del 2016. Totale, 13.168 unioni civili in 5 anni, con la legge diventata realtà il 5 giugno del 2016. Ancora non contabilizzati i dati del 2022.
Il 34,5% delle unioni civili è nel Nord-ovest, seguito dal Centro (27,2%). Tra le regioni in testa si posiziona la Lombardia con il 21,8%; seguono Lazio (13,8%) ed Emilia-Romagna (10,1%). Considerando i tassi per 100mila residenti, la Toscana si colloca al primo posto (5,6 per 100mila), seguita dal Lazio (5,2) e dalla Lombardia (5,0). Emerge con particolare evidenza il ruolo attrattivo di alcune metropoli.
Nel 2021 l’8,5% delle unioni civili si è costituito nel comune di Roma e il 6,6% in quello di Milano. Si conferma anche nel 2021 la prevalenza di unioni tra uomini (1.225 unioni, il 57,0% del totale), pur se in diminuzione rispetto sia all’anno precedente (62,4%) sia all’anno pre-pandemico (62,2%). La ripartizione con la più alta incidenza delle unioni tra uomini è il Sud (59,3%) mentre tra le regioni spicca l’Umbria (68,6%).
Nel 2021 la quota degli uomini con almeno 40 anni che si sono uniti civilmente è pari al 33,9%, ben al di sopra del 21,6% del 2020 ma ancora inferiore ai livelli pre-pandemici (40,3% nel 2019). Per le donne, nel 2021 si è consolidato il processo di ringiovanimento già avviatosi nel periodo pre-pandemico, mettendo in evidenza che oltre la metà di esse (55,6%) ha meno di 40 anni (51,8% del 2019).
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