Intervento attesissimo quello andato in scena questa mattina all’Europarlamento da parte di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea che ha tenuto il suo primo discorso sullo Stato dell’Europa, senza tralasciare i diritti LGBT. Anzi. Dinanzi ad una Polonia che discrimina le persone LGBT per volontà governativa, la Von der Leyen ha promesso la costruzione di un “un’Unione antirazzista”, per poi proporre di “allungare la lista dei crimini di incitamento all’odio, sia che si tratti di matrice razziale, di genere o di orientamento sessuale”. Un messaggio che il Governo italiano dovrà recepire nel minor tempo possibile, visto l’imminente ritorno del DDL Zan alla Camera dei Deputati.
“L’odio non va tollerato”, ha tuonato Von der Leyen, sottolineando come “essere se stessi non è la vostra ideologia, è la vostra identità e nessuno potrà mai rubarvela”, per poi colpire dura sul presidente polacco Duda: “Le zone libere da LGBTQI sono zone libere dall’umanità. E non hanno posto nella nostra Unione”. La presidente ha poi minacciato quei governi dichiaratamente omotransfobici, ribadendo come “i soldi del Bilancio europeo e del Recovery saranno spesi con le garanzie sullo stato di diritto. Questo non è negoziabile”.
“L’odio è odio. Sii chi sei, ama chi vuoi, senza recriminazioni. In questo contesto, spingerò anche per il riconoscimento reciproco delle relazioni familiari nell’UE. Se sei genitore in un Paese, sei genitore in ogni Paese”, ha concluso Ursula, 24 ore dopo la protesta di 32 eurodeputati che si sono vestiti di rainbow per dire basta all’omotransfobia del governo polacco.
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