52 anni fa, era la notte tra il 27 e il 28 giugno del 1969, decine di omosessuali, transgender, lesbiche, bisessuali, drag queen, si ribellarono all’ennesima retata della polizia di New York allo Stonewall INN, celebre bar del Greenwich Village, dando vita ai leggendari Moti che di fatto fecero nascere il movimento LGBT internazionale.
Una ricorrenza, un anniversario che in Europa viene celebrata con il Christopher Street Day, controparte tedesca e svizzera del Pride Month, con le parate di Berlino, Amburgo, Colonia e Zurigo. Ursula von der Leyen, non solo politica tedesca ma soprattutto Presidente della Commissione europea, ha voluto festeggiare proprio il Christopher Street Day sui social, ribadendo la centralità dell’uguaglianza nell’UE.
Nel Christopher Street Day, difendiamo i diritti delle persone LGBTIQ ovunque. I diritti di essere chi siamo, amare chi vogliono e far parte pienamente delle nostre società. Pride non è un giorno. Pride non è un mese. L’orgoglio è al centro dei nostri valori europei.
Parole che cadono nel pieno dell’Ungheria Gate, con il Paese guidato da Victor Urban messo alle strette da 14 premier europei, dichiaratamente contrari alla legge contro la propaganda LGBT appena approvata. La stessa Von der Leyen l’ha definita “una vergogna, contro valori Ue”.
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Belle parole, per carità, ma qui urgono fatti concreti, azioni politiche per arginare i paesi dell'Est Europa e i cattofascisti di casa nostra.