Sabato pomeriggio il presidente Joe Biden e la first lady Jill Biden hanno aperto le porte della Casa Bianca agli americani LGBTQIA+, per un picnic e un concerto pensati per celebrare ufficialmente il Pride Month.
“Siete amati. Siete ascoltati. Siete capiti. Il vostro posto è qui“, ha ribadito Biden ad una folla esultante. Il presidente ha elogiato lo “straordinario” coraggio degli americani LGBTQIA+, pur riconoscendo la discriminazione e la violenza che la comunità deve ancora oggi affrontare.
“Nessuno dovrebbe temere per la propria sicurezza in questo Paese“, ha detto Biden, guardando ai sopravvissuti alle stragi del Pulse e del Club Q presenti all’evento. Dinanzi alla folla che gridava “altri quattro anni“, il ricandidato Biden ha assicurato che i diritti LGBTQ sono una “priorità assoluta”, sia per la politica americana che per quella estera. Il presidente ha annunciato tutte le nuove misure adottate dalla sua amministrazione per proteggere i diritti civili.
“Nonostante tutti i progressi che abbiamo fatto, sappiamo che rimangono ancora delle sfide“, ha ammesso Biden. “Quando una persona può sposarsi la mattina ed essere buttata fuori da un ristorante perché gay nel pomeriggio, c’è ancora qualcosa che non va in America“.
L’evento Pride Month del weekend arriva nel pieno di un’ondata di leggi omotransfobiche approvate in tutti gli Stati. Solo nel primo trimestre del 2023 ne sono state presentate 417. Il doppio rispetto a tutti i progetti di legge presentati nell’intero anno scorso, come riferito dall’American Civil Liberties Union.
Biden ha inoltre annunciato l’intenzione di aumentare i fondi per la ricerca contro l’hiv, di voler porre fine alle limitazioni imposte agli americani gay e bisessuali che donano il sangue e di voler combattere le terapie di conversione.
Il presidente ha poi per l’ennesima volta esortato il Congresso ad approvare l’Equality Act, provvedimento contro ogni tipo di discriminazione che estenderebbe le protezioni dei diritti civili alle persone Lgbt in tutti gli Stati d’America. Il disegno di legge, che andrebbe ad ampliare il Civil Rights Act del 1964, includendo l’identità di genere e l’orientamento sessuale tra le categorie protette dalla discriminazione a livello federale, coinvolgerebbe protezioni che riguardano il lavoro, richieste di prestiti, istruzione, alloggi pubblici. Questo vuol dire che gli enti religiosi non potranno più discriminare le persone LGBT, così come qualunque ente che fornisca beni o servizi.
Approvato alla Camera nel 2021, attende da due anni il bis al Senato.
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