Veneto Pride, la Regione boccia la mozione a sostegno dell’evento. Consigliere parla di “circo e gay travestiti da cani” – VIDEO

"Zaia è d’accordo con le mostruosità dette dai suoi consiglieri regionali? Se continua a tacere dimostra complicità e dimostra che le sue aperture sono solo specchietti per le allodole", ha replicato Alessandro Zan.

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La regione Veneto a trazione leghista guidata da Luca Zaia ha bocciato la mozione “Veneto Pride” sottoscritta da tutte le opposizioni, al termine di un aberrante dibattito in cui un consigliere di Fratelli d’Italia ha parlato di persone omosessuali travestite da cani. Durissime tutte le opposizioni, che hanno chiesto a Zaia di prendere le distanze dalla propria stessa maggioranza.

Abbiamo assistito a uno spettacolo vergognoso e pieno di violenza verbale, che stride con le comparsate televisive del Presidente Zaia quando invoca aperture della Lega sui diritti civili“, ha tuonato la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Erika Baldin. “Tra le parole di Zaia e i comportamenti della sua maggioranza c’è una distanza siderale, siamo ben oltre il medioevo“.

La Regione Veneto ha inoltre respinto la proposta di Cristina Guarda (Europa Verde)  di aderire alla Rete Ready, che dal 2006 offre alle pubbliche amministrazioni locali uno spazio di condivisione e interscambio di buone prassi finalizzate alla tutela dei Diritti Umani delle persone LGBT e alla promozione di una cultura sociale del rispetto e della valorizzazione delle differenze.

La maggioranza Zaia ha cassato la proposta, bocciando anche l’ipotesi di illuminare con i colori dell’arcobaleno la facciata di Palazzo Balbi per tutto giugno, Pride Month. Per giustificare il niet della Regione al Veneto Pride, si è ironizzato persino sull’eventuale presenza di consiglieri in abiti drag in strada.  Stefano Valdegamberi (gruppo misto), ha definito la mozione a favore della rete RE.A.DY “discriminatoria”, perché a suo dire “basta la Costituzione a garantire i diritti di tutti i cittadini, di qualsiasi orientamento”.

Joe Formaggio, consigliere regionale del Veneto di Fratelli d’Italia, ha precisato di avere “nulla contro i gay, omosessuali, LGBT eccetera”, per poi aggiungere: “Non dobbiamo portarli al circo, Natale è passato e siamo già in clima di carnevale qui a Venezia. Siamo un po’ ridicoli, fare una richiesta del genere. Voto a favore se fate un emendamento a questa mozione dove quella giornata lì tutti noi della giunta Zaia vestiamo da drag queen e saliamo sopra il carro. Un po’ di serietà, prima di presentare certe oscentià pensateci qualche volta in più“.

Un dibattito, quello andato in scena durante il consiglio, che ha creato non poco imbarazzo.

È veramente sconcertante la scena che leggiamo essersi consumata consumata oggi durante il Consiglio Regionale del Veneto“, ha commentato Rachele Scarpa, deputata del PD. “Diversi consiglieri di maggioranza hanno ben pensato di imbastire un vero e proprio show dell’omofobia becera. Trovo triste e desolante che, nel 2023, ci sia ancora chi ha bisogno di ridicolizzare ciò che sceglie attivamente di non capire e non conoscere. La violenza verbale messa in atto durante il dibattito, ad esempio, dal consigliere Joe Formaggio, ci fa capire quanto i Pride siano ancora necessari. Alla nostra regione servirebbero più che mai delle vere politiche di prevenzione della discriminazione: magari qualche esponente politico potrebbe imparare qualcosa. Alla macchiettizzazione proposta dalla destra estrema e bigotta che siede in Consiglio Regionale noi rispondiamo con l’orgoglio delle differenze e la gioia di celebrarle alla luce del sole. Mi chiedo che fine abbiano fatto le dichiarazioni di qualche mese fa di Luca Zaia, che invocava un’apertura del suo partito sui diritti civili. Le cose sono due: o Zaia non sa tenere politicamente le redini una maggioranza dove i peggiori omofobi siedono e sbraitano liberamente, oppure anche con quelle dichiarazioni, come tante altre volte, stava facendo il progressista “pourparler”, giocando con la vita e la dignità delle tante persone LGBTQIA+ che, almeno dai loro rappresentanti, si aspetterebbero un po’ di rispetto. Piena solidarietà ai Consiglieri di opposizione che portano instancabilmente queste battaglie di civiltà nelle nostre istituzioni“.

Durissimo anche Alessandro Zan, deputato padovano del Partito Democratico, che è andato a picconare proprio Zaia, presidente apparentemente “aperto ai diritti LGBTQI+” a mezzo stampa per poi guidare una simile maggioranza.

“Le parole sentite ieri in Consiglio Regionale del Veneto da parte di esponenti della maggioranza di Lega e Fratelli d’Italia sul contrasto alle violenze e alle discriminazioni verso la comunità lgbtqi+ degradano la stessa istituzione e allontanano il Veneto dall’Europa dei diritti e della civiltà.  Il continuo tentativo dei consiglieri regionali di destra di trasformare in macchiette le persone gay, lesbiche e trans ogni volta che si discute di diritti è la prova di quanta strada ci sia ancora da fare, in particolare in Veneto, su questi temi e quanto le istituzioni ancora discrimino i loro stessi cittadini. Ieri ho sentito pronunciare frasi aberranti sui Pride, ormai diventati manifestazioni di massa per rivendicare sempre più libertà e diritti. Alle decine di migliaia di giovani veneti che ogni anno partecipano ai Pride nella nostra Regione dico: tenete, teniamo duro e continuiamo a lottare, perché la storia darà ragione a noi e lascerà indietro chi oggi ancora ci insulta e ci deride. Voglio ringraziare tutta l’opposizione in Consiglio, che continua anche in quella sede a portare avanti proposte coraggiose, come quella purtroppo ieri bocciata di aderire alla rete Ready. Zaia è d’accordo con le mostruosità dette dai suoi consiglieri regionali? Se continua a tacere dimostra complicità e dimostra che le sue aperture sono solo specchietti per le allodole”.

Domande a cui Luca Zaia, che solo pochi mesi fa parlava di “omofobia come patologia” e di maggiore inclusione su diritti LGBTQI+ e famiglie, non ha ancora mai risposto, preferendo tacere dinanzi ad una giunta semplicemente indifendibile.

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