È il gioco a chi ce l’ha più grande. È il solito gioco tra maschi, capita spesso di vederlo nelle aree cani. Talvolta, non sempre, quando in un’area cani si incontrano due creature di genere maschile dal temperamento dominante, si scatena il feroce spettacolo di uno scontro per la supremazia sull’angolo in cui pisciare. I maschi si accapigliano, si contendono l’un l’altro il dominio di quel particolare metro quadro di prato brullo su cui deporre l’urina della propria temporanea supremazia. Fino alla prossima pipì.
Così i maschioni che governano le potenze, le finanze, gli stati nazione, i traffici di armi e conseguenti denari. È di questi giorni la notizia che Vladimir Putin, però, è ora quello che s’è accaparrato il missile più grosso, più esplosivo e distruttivo. Non era ancora nato il bambinello nelle culle dei natali occidentali, quando il 24 Dicembre, lo zar dell’oscurantista Russia Vladimir Putin ha testato Zircon, un missile nucleare, il più grosso e performante mai avuto dall’esercito ex-sovietico.
Addirittura, parole di Vladimir, si tratterebbe di un missile “senza rivali”, o meglio “indistruttibile”. Capito? Dice che ha una gittata che arriva fino a 1000 chilometri, per la gioia dei feticisti militari che tanto amano misurare fin dove arrivi lo schizzo nucleare.
Ora, considerando che si tratta dello stesso Putin che ha detto che i diritti delle persone transgender sono paragonabili alle varianti del Covid-19, bisognerebbe indagare sulla capacità del leader russo di formulare messaggi ricevibili da un cittadino mediamente evoluto.
Il nome esteso del nuovo poderoso missile di Putin è 3M22 Zircon, e la sua velocità è addirittura ipersonica, nel senso che supera la velocità del suono di ben nove volte. Questo zircone fallico riesce a compiere manovre anche tra le nubi dense dell’atmosfera, insomma è perfettamente in grado di infilarsi in ambienti umidi, bagnatissimi, sfruttando e controllando la propria potenza propulsiva. Non come certi vecchi missili terra-aria degli anni ’80 che gli Americani si ostinano a usare, sbagliando obiettivi e massacrando civili. Il missile di Putin è più distruttivo e preciso, chiaro?
I media occidentali si ostinano a parlare di questa nuova dotazione nucleare di Putin. Lo fanno per due ragioni. Da un lato, per rilasciare informazioni affinché certi lettori occidentali possano valutare di investire o disinvestire i propri denari sul mercato delle armi. L’arrivo di un pistolotto nucleare così grosso provoca spostamenti di capitali. Dall’altro, perché la propaganda occidentale ci tiene a metterci in guardia su quanto quel cattivone dello zar russo sia sempre più nostro nemico.
Perché al maschio, se non c’è il nemico, manca l’aria.
E poi perché – ricordiamolo – un’altra prerogativa inconfondibile del maschio dominante è porgersi come vittima. E dunque Putin accusa l’Occidente di aver insediato un arsenale che si configura come un assedio ai confini est dell’Europa, lì dove osò soltanto Napoleone (qualche migliaio di km più a sud, a dirla tutta). E sempre Putin, povero maschio ferito nell’orgoglio, spiega che la Russia deve difendersi dalle possibili aggressioni.
L’Occidente, di contro, svela senza mezzi termini che presto Putin invaderà l’Ucraina, e i signori della guerra – quelli del fronte occidentale – assicurano di avere addirittura le prove: i satelliti americani, o della Nato o qualcosa del genere, hanno registrato spostamenti di truppe e carri armati russi ai confini con l’Ucraina.
I maschi tossici si rimpallano il ruolo di vittima e carnefice; è un’altalena di grossi falli dimostrativi. Una tiritera di movimentazioni di truppe, a significare dominio, rimpalli di accuse e contro-accuse, mentre il grande mercato delle armi schizza a più non posso, nella perpetua proliferazione di quei grossi calibri di morte che rigonfiano i portafogli dei soliti signori. Della guerra.
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