Per il settimo anno consecutivo, Vox ha rilasciato la sua Mappa dell’Intolleranza, redatta a seguito delle rilevazioni fatte nel 2022 sui tweet che contengono parole sensibili con l’obiettivo di individuare le zone italiane dove il tasso di intolleranza è più alto. Vox è infatti l’Osservatorio Italiano sui Diritti che, per questo progetto, è appoggiato dall’Università Statale di Milano, l’Università Aldo Moro di Bari, IT’STIME dell’Università Cattolica di Milano e la Sapienza di Roma.
La Mappa dell’Intolleranza, nella sua interezza, è una fotografia dell’odio sui social che, come dimostrano i dati, si sta sempre più radicalizzando e negli ultimi anni ha iniziato a coinvolgere anche le fasce d’età più basse. Se, infatti, le nuove generazioni sono sempre più aperte alla fluidità e all’accettazione, di pari passo i cosiddetti “leoni da tastiera” si identificano sempre più anche con giovani in età scolare.
Le rilevazioni per il 2022 si sono concentrate sui termini inerenti a cinque ambiti sociali – omofobia, misoginia, disabilità, antisemitismo e islamofobia – e hanno riguardato il periodo tra gennaio e ottobre dello scorso anno. Vediamo allora quali sono i risultati emersi dalla nuova Mappa dell’Intolleranza.
- “Sionista, giudeo, genocidio, guerra, terrorista, usuraio”: le parole intolleranti più usate quando si parla di ebrei sui social sono quelle che, tristemente, ci si aspetterebbe proprio di sentire da chi cova sentimenti antisemiti. Da secoli, infatti, il popolo ebraico è additato in questi termini e l’odio non sembra diminuire nemmeno oggi, come sono testimoni le migliaia di commenti che inondano i social in occasione della Giornata della Memoria. Molti Paesi, poi, come Stati Uniti e Germania, negli ultimi anni hanno registrato una vera e propria ondata di rinnovato antisemitismo che agli occhi di tuttə è semplicemente terrificante.
- “Talebani, sporco, magrebino, merda, terroristi, criminale”: una pessima gestione dei flussi migratori da parte della classe politica e gli eventi legati al terrorismo dello scorso decennio hanno contribuito a radicare queste parole intolleranti che sono le più comuni quando si tratta di odio contro le persone di religione islamica sui social. Notevole anche il fatto che la maggior parte dei tweet islamofobi si possano circoscrivere alle zone del Nord Est, in Piemonte e in Emilia.
- “Frocio, ricchione, merda, checca, rottinculo, culattone”: sono queste le parole intolleranti mappate da Vox, che corrispondono a quelle più utilizzate sui social quando qualcuno si vuole rivolgere alla comunità LGBTQIA+ in toni denigranti e offensivi. Su un totale di quasi 630mila tweet intolleranti analizzati, quasi 55mila sono inerenti alle persone queer, portando l’omofobia ad essere la terza categoria più odiata sui social nel 2022.
- “Demente, mongoloide, cerebroleso, handicappato, coglione, idiota”: le parole intolleranti inerenti alla disabilità sono anche quelle che corrispondono ai più antichi stereotipi che accompagnano ancora oggi la discriminazione delle persone con disabilità. Ma c’è di più. Nonostante l’attivismo e la sensibilizzazione sociale, l’odio social verse le persone disabili non è mai stato così alto, portando la disabilità ad essere la seconda categoria più odiata.
- “Troia, puttana, sfigata, zoccola, mignotta, scrofa”: la categoria più odiata in assoluto su Twitter è, prevedibilmente, quella delle donne. I discorsi di uguaglianza ed emancipazione si scontrano con la dura realtà dell’odio online, dove le donne sono ancora apostrofate e insultate, e a cui si accompagna anche una preoccupante impennata dei femminicidi che si sta registrando da un paio d’anni a questa parte. È un primato che purtroppo segnala un trend: è il settimo anno consecutivo che la misoginia raggiunge il primo posto della Mappa.
L’odio espresso senza limiti sui social si sta, come sottolinea Vox, “verticalizzando”, si sta trasformando cioè in una vera e propria dinamica sociale a cui, come abbiamo detto, prendono sempre più parte i giovani. Questo problema si accompagna a una grande mancanza a cui il sistema educativo italiano deve ancora sopperire, e cioè la necessità di un’educazione all’uso dei social network, che si sono velocemente trasformati in una vera e propria giungla tra le cui insidie è difficile destreggiarsi anche per gli adulti.
Ancora una volta, quindi, i risultati di Vox sono preziosi per avere un quadro generale di come stiamo vivendo sui social, nella speranza che una maggiore consapevolezza possa spingere a fare di meglio, nella vita reale come in quella virtuale.
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non solo offendono online,se sei disabile dicono anche "sei pazzo/a",dicono anche se "se offendi una persona handicappata non capisce un cavolo", "e disabile,pazzo per colpa di satana"