Due ragazzi sono stati rincorsi nel parco dell’Eur da un gruppo composto dalle 8 alle 10 persone. È quanto avvenuto nella notte di sabato a due ragazzi di Roma e raccontato nei particolari da due, volontari del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, testimoni involontari che hanno assistito casualmente alla scena. Verso le 2:30 i due volontari sono usciti dal Gay Village dove avevano passato la serata e per raggiungere la macchina hanno "tagliato" dal parco dell’Eur, conosciuto a Roma come "Palombini" per la vicinanza dell’omonimo Bar e luogo di battuage molto frequentato nella capitale.
A quanto emerso dalla ricostruzione, dapprima hanno visto un ragazzo che scappando urlava "non entrate, non entrate", e qualche minuto dopo hanno potuto vedere la scena di due ragazzi che fuggivano da un gruppo di alcune persone, a quanto pare armate di bastone anche se il buio della notte ha impedito di identificare bene gli oggetti che brandivano. Gli aggressori li inseguivano al grido di "andate via froci di merda".
Né i carabinieri chiamati dai due del Mieli né la polizia contatta da qualcun altro presente all’interno del parco sono riusciti a identificare il gruppo che ha avuto una decina di minuti per fuggire da uno dei molti accessi del parco. "Le forze dell’ordine devono presidiare costantemente – dicono dal Mieli – Non ci deve essere un abbassamento della guardia in punti nevraligici e delicati dell’estate gay, sperando che quanto avvenuto sabato sia solo un episodio sporadico e che non succeda altro, magari di peggio".
"Mentre gli esponenti politici del centro destra – afferma invece la deputata del PD Paola Concia – discutono dei presunti disordini morali di noi omosessuali, moltissime persone gay, lesbiche e trans subiscono aggressioni violente. Io non voglio vivere in un paese che si schiera dalla parte della violenza; adesso la politica deve assumersi le proprie responsabilità e dire con chiarezza che gli omofobi, al pari dei razzisti e di chiunque alimenti la cultura dell’odio, non deve avere cittadinanza in questo paese. Come ho ripetuto oramai innumerevoli volte – conclude Concia – gli attestati di solidarietà non ci servono più: vogliamo le leggi già vigenti in tutta Europa, perché siamo davvero stanchi di sentirci cittadini di serie B".
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