Sergente lesbica accusa l’esercito USA: “Molestie e discriminazioni per il mio aspetto”

Kristin M. Kingrey serve nell’esercito da quasi 14 anni ed è una donna lesbica butch. La storia.

Il Sergente Tecnico Kristin Kingrey e la sua battaglia legale contro la discriminazione subita
Il Sergente Tecnico Kristin Kingrey e la sua battaglia legale contro la discriminazione subita esercito USA lesbica butch
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Il suo nome è Kristin M. Kingrey e la sua lotta sta sfidando apertamente l’invisibile, ma sempre presente, clima di discriminazione e pregiudizi che circonda la comunità LGBTQ+ negli ambienti dell’esercito. Kristin fa parte della West Virginia Air National Guard, il settore aeronautico della Guardia Nazionale degli Stati Uniti e ha intrapreso un’azione legale contro i suoi superiori per i commenti fatti sul suo aspetto esteriore.

Kristin Kingrey Gay.it
Il Tenente Colonnello Michael Cadle, superiore di Kristin

Kristin serve nell’esercito da quasi 14 anni come Sergente Tecnico ed è una donna lesbica butch. Abbigliamento maschile e capelli corti, né il suo aspetto né la sua sessualità le hanno mai impedito di compiere con diligenza il suo lavoro, tantomeno di diventare un’esperta del suo settore con diverse qualifiche alle spalle. Il problema, o fantomatico tale, è iniziato qualche anno fa, intorno al 2016. I suoi superiori hanno iniziato a riprenderla per il suo taglio di capelli troppo corto e a loro dire non conforme al regolamento, a invitarla a truccarsi e acconciarsi in modo più femminile: «Il tutto ha sconfinato nelle molestie, e ho iniziato a portarmi dietro una copia del nostro regolamento per quanto riguarda la lunghezza dei capelli delle donne perché non stavo infrangendo alcuna regola».

Nella formulazione delle accuse, è stato dichiarato che Kristin è stata vittima di «continue molestie, discriminazioni e rappresaglie basate sul suo sesso, compreso il suo orientamento sessuale e la percepita non conformità di genere». Come dire, va bene avere ufficiali lesbiche nell’esercito, ma che almeno si capisca a prima vista che sono donne. È un motivo ricorrente tanto nella società quanto nell’esercito, se non fosse che, proprio per questi motivi, è stata messa in discussione anche la sua carriera. «Era sottinteso che se non l’avessi fatto, sarebbe stato dannoso per la mia carriera nella West Virginia Air National Guard». Il culmine – che l’ha spinta a procedere per vie legali – è stato quando il Comandante Colonnello Michaeal Cadle ha chiesto a un tenente donna di incoraggiare Kristin ad apparire più femminile.

Le ripercussioni sono state immediatamente visibili: Kristin ha infatti perso ben due opportunità lavorative a seguito di questi commenti. In un caso, il posto per cui si era candidata è diventato improvvisamente non disponibile a causa di un taglio dei fondi; in un’altra occasione, è stata inspiegabilmente rifiutata per una posizione per la quale era più che qualificata.

«Il tutto mi ha fatta sentire come se non appartenessi, e che la mia carriera d’ora in avanti verrà ostacolata. Ma non ho considerato di ritirarmi. Non sarò sconfitta»

Altri casi di soldati e ufficiali donne con i capelli corti riprese dai superiori sono stati registrati, ma nessuno si è mai spinto così oltre come in questa vicenda. Kristin è decisa ad avere giustizia e, soprattutto, a riavere la posizione che merita: «Non mi faranno lasciare qualcosa che amo davvero, e amo indossare l’uniforme ogni giorno. Amo il mio Paese e amo il mio Stato, e li ho serviti entrambi con onore per oltre 14 anni».

Kristin Kingrey Gay.it
Kristin Kingrey in servizio

Nè la West Virginia Air National Guard né i rappresentanti dell’esercito americano hanno risposto alle polemiche o alle domande dei media, in quanto le politiche prevedono di non rilasciare dichiarazioni su diatribe ancora in corso. Intanto però, una prima investigazione interna ha accertato – e la cosa non stupisce più di tanto – che a un primo esame non ci sarebbero stati episodi di discriminazione o molestie. Il procedimento legale comunque continua, mentre si aspettano aggiornamenti sulla vicenda.

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