L’istituzione delle unioni civili in Italia ha rappresentato un passo avanti fondamentale nella tutela dei diritti delle persone e, in particolare, della comunità LGBTQ+. La legge sulle unioni civili, promulgata il 20 maggio 2016 con la legge n. 76, non è stata solo una mera formalità. Essa, spesso associata al nome “DDL Cirinnà” in omaggio a Monica Cirinnà, relatrice al Senato, e a Micaela Campana, relatrice alla Camera dei Deputati, ha innescato profonde riflessioni e discussione nella società italiana.

Questo regolamento ha portato non solo a riconoscere l’unione tra persone dello stesso sesso ma ha anche affrontato questioni cruciali e specifiche come la reversibilità, l’eredità e l’obbligo di residenza per chi contrae le unioni civili. Una delle tematiche più dibattute è stata senza dubbio l’adozione e come questa si posiziona nel contesto delle unioni civili.

Mentre molte persone ora godono dei diritti derivanti da questa legge, è importante non confondere le unioni civili con il matrimonio tradizionale. Sebbene ci siano molte somiglianze, ci sono anche delle differenze chiave tra le due istituzioni, che meritano di essere comprese e valorizzate.

Il nostro obiettivo con questo articolo è fornire una panoramica dettagliata sulle unioni civili, spiegando non solo come si costituiscono, ma anche quali sono i diritti e i doveri che ne derivano. Attraverso questa guida, speriamo di fornire una chiara comprensione delle peculiarità delle unioni civili e di come queste si differenzino dal matrimonio.

Cosa sono e cosa si intende per unioni civili? 

Le unioni civili in Italia rappresentano quindi, come abbiamo visto nell’introduzione, un importante istituto giuridico di diritto pubblico, spesso paragonato al matrimonio, che ha come obiettivo principale il riconoscimento giuridico delle coppie formate da persone dello stesso sesso. Esse rappresentano un impegno basato su vincoli affettivi ed economici e delineano diritti e doveri chiaramente stabiliti tra le parti. Come riportato nell’articolo 1 del testo sulle unioni civili, queste sono descritte come una “specifica formazione sociale”, evidenziando l’unicità e la particolarità di tale legame.

La legge 20 maggio 2016, n. 76, che è stata molto attesa dalla comunità italiana, ha finalmente fornito alle coppie gay e lesbiche l’opportunità di dare un quadro formale alla loro convivenza, assicurando anche una regolamentazione dal punto di vista economico. Questa legge non solo riconosce l’importanza e la validità delle unioni civili, ma stabilisce anche diritti e doveri chiari per entrambe le parti.

Alcuni dei doveri principali derivanti dalla costituzione di un’unione civile, come menzionato al comma 11, includono l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione. Questo evidenzia l’importanza della solidarietà e del sostegno reciproco all’interno dell’Unione Civile.

Il successivo articolo 11 della legge pone l’accento sulla responsabilità condivisa, sottolineando che “entrambe le parti sono tenute, ciascuna in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale e casalingo, a contribuire ai bisogni comuni”. Ciò rimarca l’idea che, indipendentemente dalla natura dell’unione, sia essenziale che entrambi i partner contribuiscano equamente alla vita familiare, garantendo così una base solida e sostenibile per la loro relazione.

Che cosa devono fare due persone che vogliono costituire un’unione civile? Una guida passo passo

come costituire le unioni civili in italia

C’è una procedura ben definita per costituire un’unione civile. Ecco cosa c’è da sapere per navigare in questo processo:

  1. Requisiti iniziali. Se desideri stabilire un’Unione Civile, entrambi i partner devono essere maggiorenni e dello stesso sesso.
  2. Comunicazione al Comune. Il primo passo consiste nel dare comunicazione all’Ufficiale dello Stato Civile nel Comune prescelto. Questo può essere fatto attraverso vari metodi, tra cui una consegna diretta, servizio postale, fax o posta elettronica.
  3. Programmazione. Una volta ricevuta la vostra comunicazione, l’Ufficiale dello Stato Civile vi fornirà una data per formalizzare la vostra richiesta. Entrambi i partner devono essere presenti.
  4. Dettagli importanti. Durante la presentazione, specificate il vostro regime patrimoniale (separazione o comunione dei beni) e decidete se optare per un cognome comune.
  5. Verifiche ufficiali. L’Ufficiale dello Stato Civile verificherà tutte le dichiarazioni e potrebbe richiedere documenti supplementari, completando queste verifiche entro 30 giorni.
  6. Cittadini stranieri. Se sei un cittadino straniero, avrai bisogno di un nulla osta specifico, confermando la tua idoneità per un’Unione Civile in Italia.
  7. Ufficializzazione. Dopo le verifiche, avete 180 giorni per formalizzare l’unione, che avverrà in un Comune con due testimoni e un Ufficiale dello Stato Civile.
  8. Situazioni speciali. Se c’è un impedimento che impedisce a uno dei partner di recarsi al Comune, l’Ufficiale dello Stato Civile può venire da voi per completare la procedura.
  9. Registro delle unioni civili. Una volta ufficializzata l’unione, i dettagli vengono registrati nel “Registro delle unioni civili”, che include i dati anagrafici dei partner, la residenza, la scelta patrimoniale e i dati dei testimoni.
  10. Attestazione. All’atto dell’unione, su richiesta, l’Ufficiale dello Stato Civile fornirà un’attestazione che conferma i dettagli dell’Unione Civile.

Per la celebrazione dell’Unione Civile, non ci sono costi. Tuttavia, vi è un costo fisso di Euro 16,00 in caso di scioglimento dell’unione.

Quali sono i motivi che possono impedire la realizzazione di un’unione civile?

cosa può impedire la costituzione di una unione civile in italia

La legge Cirinnà, nel suo comma 4 enumera specificamente una serie di situazioni in cui non è possibile formare un’unione civile tra persone dello stesso sesso. Ecco un elenco delle cause impeditive:

  • Vincolo preesistente. Non è possibile formare un’Unione Civile se una delle parti ha già un vincolo matrimoniale o un’unione civile tra persone dello stesso sesso che non sia stata sciolta.
  • Infermità di mente. Se una delle parti è interdetta per infermità di mente, l’unione non può avere luogo. Se vi è solo un’istanza di interdizione in corso, il pubblico ministero può richiedere la sospensione del procedimento di costituzione dell’unione civile finché la sentenza sull’istanza non sia passata in giudicato.
  • Vincoli di parentela. Non possono formare un’unione civile le persone tra loro legate dai rapporti descritti all’articolo 87, primo comma, del Codice Civile. Inoltre, lo zio e il nipote o la zia e la nipote non possono formare un’unione civile tra di loro.
  • Reati gravi. Se uno dei contraenti è stato definitivamente condannato per omicidio, sia consumato che tentato, nei confronti di chi sia già coniugato o unito civilmente con l’altro partner, non possono formare un’unione civile. Inoltre, se vi è una sentenza di condanna pendente, di primo o secondo grado, o una misura cautelare in corso, la costituzione dell’unione civile è sospesa finché non viene pronunziata una sentenza di proscioglimento.

Nota: La presenza di una delle cause impeditive sopra elencate rende nulla l’unione civile. Se ci sono questioni relative alla nullità del matrimonio, ci sono specifiche disposizioni del Codice Civile che entrano in gioco, come gli articoli 65, 68 e altri specificati nella legge.

Regime patrimoniale fra i contraenti dell’unione civile

qual è il regime patrimoniale dell'unione civile

Secondo le normative che riguardano le unioni civili, al momento della loro formazione, le coppie dello stesso sesso sono tenute a definire il regime patrimoniale che vogliono adottare, scegliendo tra comunione e separazione dei beni.

L’Avvocato Giuseppe Enrico Berti, nella sua rubrica “L’Avvocato Lo Sa“, chiarisce che il concetto di regime patrimoniale fa riferimento all’insieme di regolamentazioni che definiscono la distribuzione della ricchezza accumulata durante l’unione. Se le parti non definiscono un regime diverso, si applica automaticamente il regime di comunione dei beni.

La normativa, in modo simile a quanto previsto per il matrimonio, stabilisce la comunione dei beni come regime standard. Tuttavia, se le parti lo richiedono, è possibile optare per il regime di separazione dei beni.

Ecco i dettagli sul regime patrimoniale dell’unione civile:

  • In assenza di specifiche convenzioni patrimoniali, l’unione civile tra persone dello stesso sesso prevede di default la comunione dei beni.
  • Per validità, le convenzioni patrimoniali devono essere stipulate attraverso un atto pubblico. La scelta di optare per la separazione dei beni, o di definire la legge applicabile ai rapporti patrimoniali in accordo alle norme di diritto internazionale privato, deve essere inclusa direttamente nell’atto di costituzione dell’unione civile (come previsto dall’art 70 quaterdecies DPR 396 del 2000).
  • È importante sottolineare che nelle convenzioni patrimoniali, le parti non possono escludere né i diritti né i doveri che la legge stabilisce come effetto dell’unione civile.
  • Le norme che regolano la comunione legale tra coniugi, compresi i dettagli sulla sua cessazione, sono applicabili anche alle unioni civili.

Somiglianze e differenze tra matrimonio e unione civile

differenze tra matrimonio e unione civile in italia

Il matrimonio e l’unione civile sono due istituti giuridici distinti nell’ordinamento italiano. L’introduzione dell’unione civile nel 2016, attraverso la cosiddetta legge Cirinnà, ha rappresentato un passo importante per la tutela delle coppie dello stesso sesso, ma esistono alcune differenze significative tra i due istituti.

1. IL SESSO

  • Matrimonio: Coinvolge solo coppie formate da persone di sesso diverso.
  • Unione civile: Riguarda coppie dello stesso sesso. È una “specifica formazione sociale”.

2. IL RITO

  • Matrimonio. Sono previste le pubblicazioni e possono esserci delle opposizioni.
  • Unione civile. Non ci sono pubblicazioni e non ci sono formule particolari da recitare. L’unione si formalizza con una dichiarazione all’ufficiale di stato civile in presenza di due testimoni.

3. IL PATRIMONIO 

  • Matrimonio e unione civile. Entrambi prevedono, in modo standard, il regime di comunione dei beni. Esiste la possibilità di scegliere un regime diverso. Entrambi danno il diritto di successione.

4. IL FISCO E LA PREVIDENZA

  • Matrimonio e unione civile. Le coppie sposate e quelle unite civilmente hanno gli stessi diritti fiscali e previdenziali. Tuttavia, le coppie unite civilmente non possono accedere alle prestazioni di maternità/paternità né agli assegni familiari, a causa dell’assenza del riconoscimento dell’adozione.

5. I FIGLI

  • Matrimonio. I figli nati sono considerati legalmente figli di entrambi i genitori.
  • Unione civile. I bambini nati durante l’unione sono riconosciuti come figli solo del genitore biologico.

6. OBBLIGO DI FEDELTÀ, SEPARAZIONE E DIVORZIO

  • Matrimonio. Esiste l’obbligo di fedeltà. La separazione precede il divorzio.
  • Unione Civile. Non c’è obbligo di fedeltà. L’unione può essere sciolta direttamente, senza un periodo di separazione.

Sebbene ci siano differenze significative, ci sono anche molte somiglianze. Entrambe le forme di unione prevedono diritti e doveri reciproci, come l’obbligo di contribuire alle esigenze comuni, il diritto di successione e certi benefici fiscali e previdenziali. Inoltre, anche per le unioni civili è prevista la tutela in caso di abusi familiari e maltrattamenti.

Mentre il matrimonio e l’unione civile offrono molte delle stesse protezioni legali, ci sono ancora alcune differenze chiave, specialmente per quanto riguarda i figli e l’obbligo di fedeltà. La lotta per il matrimonio egualitario, come avviene in molti altri paesi dell’Unione Europea, rappresenta la richiesta di una piena parità di diritti per tutte le coppie.

Scioglimento delle unioni civili: qual è la procedura

separazione e scioglimento nell'unione civile

Lo scioglimento dell’unione civile avviene quando la relazione affettiva tra i partner non esiste più. Non è necessario passare attraverso una fase di separazione; invece, la volontà di sciogliere l’unione viene manifestata direttamente all’Ufficiale di Stato Civile. Se un solo partner desidera lo scioglimento, deve informare l’altro con una comunicazione formale, e solo dopo potrà procedere con la formalizzazione di questa decisione.

Secondo le indicazioni legali dell’Avvocato Giuseppe Enrico Berti, è possibile richiedere il divorzio in ogni momento, anche se l’altro partner non è d’accordo. Una volta dichiarata la volontà di scioglimento, bisogna attendere un periodo di tre mesi, noto come “termine di ripensamento“, prima di presentare la domanda di scioglimento.

Ci sono due modalità per il scioglimento: una stragiudiziale, basata sul consenso dei partner, e una giudiziale, attivata in assenza di un accordo. La stragiudiziale è più rapida ed economica, e permette alle parti di stabilire autonomamente le condizioni dello scioglimento, compresi gli aspetti patrimoniali. Per attuarla, i partner possono presentare una domanda congiunta all’Ufficiale di Stato Civile, fare un ricorso congiunto al tribunale o avvalersi della negoziazione assistita da avvocati.

In caso contrario, se non si raggiunge un accordo, il percorso giudiziale diventa necessario. Simile alla procedura di divorzio, esso richiede l’assistenza di un avvocato. A differenza della procedura stragiudiziale, la giudiziale può richiedere molto più tempo e una maggiore documentazione.

Le cause per lo scioglimento dell’unione civile includono la richiesta da parte di uno o entrambi i partner, una sentenza estera di annullamento, la morte di uno dei partner, una sentenza penale contro uno dei partner, un cambio di sesso di uno dei partner, tra gli altri.

Infine, gli effetti dello scioglimento si traducono in obblighi come l’assegno di mantenimento, diritti sulle proprietà e altre responsabilità simili a quelle previste per il divorzio.

Per sciogliere un’unione civile quindi non è necessaria una fase di separazione. Basta manifestare l’intenzione all’Ufficiale di Stato Civile, e dopo tre mesi, si può procedere con la domanda di scioglimento. Questo processo regolerà gli aspetti finanziari, patrimoniali e altre responsabilità tra i partner.

Unioni civili e adozioni / stepchild adoption

adozioni nelle unioni civili

In Italia, il concetto di famiglia e i diritti ad essa correlati sono al centro di molte discussioni, in particolare quando si parla di unioni civili e diritti LGBTQ+. Una delle questioni più sentite e dibattute riguarda la possibilità, per una persona all’interno di un’unione civile, di adottare il figlio biologico del proprio partner, pratica nota come Stepchild Adoption.

La legge italiana che regola le unioni civili non riconosce esplicitamente questo diritto. Infatti, la legge sulle unioni civili differisce dal matrimonio, inteso come vincolo tra uomo e donna, in quanto non concede alle coppie omosessuali la possibilità di adozione del figlio del partner, che sia stato concepito tramite fecondazione eterologa o gestazione per altri.

Questo divario normativo risale alla Legge 4 maggio 1983, n. 184 “Diritto del minore ad una famiglia”, che prevede la Stepchild Adoption solo per i matrimoni, permettendo l’adozione del figlio del coniuge. Nella bozza originale della legge sulle unioni civili, si contemplava la Stepchild Adoption, ma questa sezione venne successivamente rimossa, lasciando la decisione ai singoli tribunali.

Tuttavia, una recente decisione della Suprema Corte di Cassazione ha introdotto una nuova prospettiva: anche se la legge sulle unioni civili non prevede esplicitamente l’adozione, la Corte ha stabilito che ciò che è veramente rilevante è il benessere del minore. Secondo la Cassazione, se un minore vive in un ambiente familiare stabile e amorevole, questo dovrebbe prevalere su altre considerazioni. Di conseguenza, la Corte ha riconosciuto che un bambino può avere due mamme o due papà e ha anche permesso l’attribuzione del doppio cognome. Il principio guida è che la relazione di due persone dello stesso sesso, se basata su un progetto di vita comune, è di per sé una famiglia e come tale può offrire un ambiente sano e amorevole per la crescita di un minore.

Unioni civili: eredità e pensione di reversibilità

eredità e pensione reversibilità nelle unioni civili

Per quanto riguarda l’ambito del diritto successorio, la Legge sulle unioni civili ha equiparato, con riferimento ai profili successori, il matrimonio alle unioni civili.

Le coppie unite civilmente entrano a far parte del diritto alla “quota di legittima”, termine che indica la parte dei beni ereditari che per legge spetta ai congiunti stretti e cioè a coniuge, figli e fratelli o sorelle.

Sul tema eredità e pensione di reversibilità ti consigliamo di consultare le risposte dell’Avvocato:

Unioni civili e lavoro

unioni civili e regolamentazione lavoro

Il riconoscimento giuridico delle unioni civili in Italia ha avuto ripercussioni significative anche sul mondo del lavoro. Questa legge ha infatti esteso molte delle tutele e diritti precedentemente riservati ai coniugi alle coppie unite civilmente.

Dopo la formalizzazione dell’unione, è consigliabile informare il datore di lavoro del cambiamento di stato civile per assicurarsi la corretta applicazione delle normative fiscali. In particolare, in caso di decesso del lavoratore, il partner ha diritto a ricevere tutte le indennità previste dalla legge, come ad esempio il TFR (Trattamento di Fine Rapporto). Se l’unione dovesse terminare, il partner avrà diritto al 40% del TFR accumulato durante gli anni di unione. Tuttavia, tale diritto decade se uno dei partner contrae un nuovo matrimonio o entra in un’altra unione civile.

Le unioni civili offrono inoltre ai lavoratori diritti analoghi a quelli garantiti dal matrimonio in termini di congedi e permessi lavorativi. Ciò include il congedo matrimoniale, permessi per lutto o eventi significativi, e specifici permessi per assistere un partner con disabilità accertata o malattia oncologica.

Dal punto di vista delle aziende, la nuova normativa impone una revisione delle policy, regolamenti e contratti collettivi per garantire che rispecchino i diritti delle unioni civili e prevenire qualsiasi forma di discriminazione. È essenziale che le aziende si adeguino alle nuove disposizioni, informando e formando il proprio personale e i responsabili delle risorse umane sui cambiamenti introdotti dalla legge sulle unioni civili.

Unioni civili e cittadinanza: cosa bisogna sapere

unioni civili e cittadinanza

Con l’approvazione della legge Cirinnà, le norme sulla cittadinanza per le coppie sposate sono state estese anche alle unioni civili, inclusi i partner dello stesso sesso.

Acquisizione della cittadinanza

Il partner straniero o apolide che si unisce in unione civile con un cittadino italiano può ottenere la cittadinanza dopo:

  • 2 anni di residenza in Italia dalla data dell’unione.
  • 3 anni se la coppia risiede all’estero.

Permessi di soggiorno

Un partner straniero ha diritto a un permesso di soggiorno per motivi familiari, indipendentemente dalla sua situazione legale in Italia.

Normativa di riferimento

L’acquisto della cittadinanza italiana in queste circostanze è regolato dalla Legge 5 febbraio 1992 n. 91 e dalle successive modifiche, inclusi i D. Lgs. 5, 6 e 7/2017.

Requisiti principali

  • Residenza presso la circoscrizione consolare competente.
  • Iscrizione del partner italiano all’A.I.R.E. e coabitazione.
  • Assenza di condanne penali gravi in Italia o all’estero.
  • Conoscenza della lingua italiana al livello B1 del QCER.
  • Pagamento delle tasse e percezioni indicate.

Documentazione richiesta

Tra i documenti principali ci sono:

  • Estratto dell’atto di nascita o equivalente.
  • Certificati penali.
  • Ricevuta del versamento del contributo di €250 al Ministero dell’Interno.
  • Documento di identità e permesso di residenza.
  • Certificato di conoscenza della lingua italiana o titolo di studio equivalente.

Modalità di pagamento

Il pagamento di €250 va effettuato sul conto indicato dal Ministero dell’Interno, con dettagli specifici per la causale e il codice BIC/SWIFT per transazioni estere.

Mentre questa guida fornisce un’overview essenziale, è fortemente consigliato ai richiedenti di consultare un legale o un esperto per garantire che tutti i requisiti siano soddisfatti e che tutta la documentazione sia presentata correttamente. La procedura può essere complessa, e piccoli errori potrebbero causare ritardi o problemi con la domanda.

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