Arriva dagli Stati Uniti, precisamente dalla Florida, l’ennesimo caso che svela le ipocrisie del movimento ultraconservatore.
Protagonisti, lo State GOP Chairman repubblicano Christian Ziegler e sua moglie, Bridget, esponente di spicco del collettivo anti-LGBTQIA+ e anti-vax “Moms for Liberty”.
Una vicenda torbida, che vede Ziegler accusato di stupro da una donna con il quale, precedentemente, aveva organizzato in gran segreto più di una volta threesome – incontri sessuali a tre – insieme alla moglie.
Il caso
Secondo le indagini, il 2 ottobre, la vittima aveva inizialmente acconsentito a un incontro con Christian Ziegler, a condizione che fosse presente anche sua moglie, Bridget.
Tuttavia, venendo a sapere dell’indisponibilità di Bridget, la donna si era riservata il diritto di rivedere la sua decisione, comunicando tramite messaggio la sua intenzione di annullare l’appuntamento: “Mi dispiace, ero interessata principalmente a lei“.
Nonostante ciò, Ziegler si sarebbe recato presso l’abitazione della vittima, riuscendo ad entrare nel suo appartamento con un pretesto, e l’avrebbe poi violentata.
Dopo due giorni in cui la vittima avrebbe sopperito allo shock tramite l’assunzione di alcool e psicofarmaci, quest’ultima ha presentato denuncia alla polizia, sottoponendosi a un esame medico che avrebbe confermato la sua narrazione dei fatti.
Dall’altro lato, Ziegler respinge le accuse, asserendo di aver avuto un rapporto sessuale consensuale con la donna, che avrebbe anche registrato e caricato su Google Drive. Tuttavia, del filmato non vi è alcuna traccia, e saranno gli inquirenti a svelare la reale dinamica dell’accaduto. Tutte le prove sono però contro Ziegler.
Chi sono Bridget e Christian Ziegler
Tra le mura domestiche Christian e Bridget Ziegler nascondevano dunque una doppia vita, che al di là delle gravissime accuse mosse verso l’uomo, gettano ancora una volta luce sulla dicotomia tra la retorica degli ultraconservatori e le loro effettive pratiche.
Leader del collettivo Moms For Liberty, Bridget Ziegler si è scagliata più volte contro i movimenti progressisti, in particolare sulla cosiddetta ideologia gender nelle scuole, opponendosi fermamente all’introduzione di programmi scolastici di educazione affettiva che parlassero anche di comunità LGBTQIA+.
Promotrice dei valori familiari tradizionali, contro la libertà sessuale e contro l’aborto, ha scalato le fila del partito repubblicano insieme al marito, ottenendo anche l’appoggio del governatore della Florida, Ron De Santis e dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
Oggi, lo stesso partito che ha elevato queste due figure controverse ne prende le distanze. Eppure, non è la prima volta che gli ultraconservatori non riescono a riflettere la loro rigida ideologia nel proprio stile di vita. Ma perché?
Posizioni come quelle espresse dalla coppia in oggetto, radicate in una struttura patriarcale, tendono a limitare e definire la libertà sessuale, incidendo profondamente sulle dinamiche di genere.
In questo contesto, la donna è vista attraverso un prisma binario: da un lato, come un simbolo di purezza e castità, dall’altro, come un oggetto sessuale.
Nel sostenere una rigida normatività di genere, le ideologie conservatrici, contribuiscono poi a una cultura che reprime l’espressione sessuale, che si traduce in risentimento e frustrazione.
In alcuni casi, questa pressione può esplodere in atti di violenza, spesso diretti verso le donne, che vengono percepite come il catalizzatore o l’oggetto di tali tensioni represse.
Sebbene ciò non rappresenti l’esperienza di tutti gli individui all’interno di società conservatrici, è evidente un problema strutturale che merita comunque una riflessione, specialmente quando gli estremismi portano ad episodi come questo.
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