Gay e lesbiche sul lavoro spesso non arriverebbero a incarichi importanti a causa del suono della loro voce: questo emerge da uno studio dell’University of Surrey ed effettuato in Italia. I gay vengono discriminati sul posto di lavoro a causa della voce dal suono più femminile e lo stesso vale per le lesbiche la cui voce tende a essere più scura o rauca.Nel corso dell’esperimento effettuato dai ricercatori, alcune persone eterosessuali hanno ascoltato la voce di omosessuali e sostenuto che dovrebbero essere pagati meno proprio per il timbro di voce diverso.
I ricercatori dell’University of Surrey, hanno fatto ascoltare a 40 uomini etero la voce di omosessuali ed eterosessuali e contemporaneamente mostrato una foto di chi parlava. I partecipanti non erano stati informati sull’orientamento sessuale della persona che avrebbero ascoltato.
In seguito è stato chiesto loro di esprimere un’opinione sui candidati pensando a chi avesse l’idoneità a diventare amministratore delegato e quale la loro retribuzione mensile. Chi ha correttamente identificato la voce di gay o lesbiche ha osservato che erano inadeguati al ruolo, per cui il timbro della voce è stato il fattore chiave che ha portato alla discriminazione. Possedere una voce conforme allo stereotipo binario, invece che “gay”, ha indotto gli ascoltatori a pensare che fossero i candidati migliori e che meritassero uno stipendio più alto. Per quanto riguardava le candidate lesbiche, gli ascoltatori hanno ritenuto che la voce “mancasse di femminilità” e per questo hanno ricevuto valutazioni più basse rispetto alle eterosessuali.
I responsabii dello studio hanno osservato: “I risultati dimostrano che il semplice suono della voce è sufficiente a far scattare degli stereotipi, emerge che nonostante tutto il lavoro per ridurre la discriminazione contro la comunità LGBT, le persone incasellano un individuo prima ancora di conoscerlo. Ed è evidente che nel lavoro e nella carriera, è un vero problema”.
In un altro studio, i partecipanti sono stati invitati ad ascoltare due voci e immaginare quali fossero i loro interessi. Risultato: le voci omosessuali, secondo gli ascoltatori, erano meno interessate ad attività “tipicamente maschili”, tipo il calcio, e più interessate a quelle “tipicamente femminili” come la danza. Quando ai partecipanti di sesso maschile è stato chiesto se volessero conoscere chi aveva una voce “gay”, hanno risposto che avrebbero evitato.
I ricercatori hanno concluso dicendo che “il fatto più preoccupante dello studio è l’atteggiamento inconscio dei partecipanti: gli uomini etero eviterebbero di scegliere un gay come amico. Il che dimostra che, consapevoli o meno, nella nostra società c’è un livello inaccettabile di discriminazione nel confronti della comunità LGBT”.
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Continuiamo a diffondere lo stereotipo gay = effeminato, lesbica = mascolina. Bravi coglioni!