È l’ultimo di una serie di efferati crimini contro la comunità LGBT turca. È stato da poco ritrovato il corpo senza vita di Hande Kader, l’attivista transgender ormai simbolo della rivolta contro la repressione del Pride di Istanbul nel 2015.
L’associazione Pembe Hayat aveva denunciato la scomparsa della donna e ha anche dato la notizia ufficiale del macabro ritrovamento, nei pressi del quartiere di Zekeriyakoy: il riconoscimento è avvenuto tramite l’identificazione delle protesi rimaste intatte dopo che il corpo, mutilato, è stato bruciato.
Secondo alcune testimonianze Hande sarebbe salita in macchina con un uomo per prostituirsi: da lì più nessuna notizia fino alla scoperta del cadavere carbonizzato. La polizia non si è ancora pronunciata sui fatti, ma il movente transfobico è quello più accreditato al momento. La notizia arriva poco dopo quella del rifiugiato siriano mutilato e decapitato alcune settimane fa (LEGGI >) .
Secondo l’organo di stampa Bianet, 1.993 sarebbero le persone transgender uccise in Turchia dal 2008. Solo due mesi fa la violenta repressione del Pride a Istanbul, più volte vietato dalle autorità locali (GUARDA IL VIDEO >). Se la città viene considerata una sorta di “rifugio” per le persone in fuga da Siria e Iraq, i crimini nei confronti della comunità LGBT continuano ad essere perpetrati – nel silenzio della stampa locale: il PEW Research Centre afferma che secondo un recente sondaggio l’80% della popolazione turca considera l’omosessualità “moralmente inaccettabile“.
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