Era il 15 aprile 1971. Su La Stampa, veniva pubblicato un articolo riguardante un libro scritto da Giacomo D’acquino, “Diario di un omosessuale”. Più che un libro era la storia vera di un ragazzo gay, che venne costretto dalla famiglia a subire una terapia di conversione, per guarire dall’omosessualità. Questo ragazzo, dopo la terapia “divenne eterosessuale” e si innamorò di una donna.
Se uscisse un articolo del genere il 15 aprile 2021, la comunità LGBT (e non solo) non farebbe passare la cosa inosservata. Nel 1971, solo poche persone criticarono aspramente l’articolo, in particolare Angelo Pezzana, uno dei simboli della storia LGBT italiana. La lettera che inviò a La Stampa, non venne pubblicata. Perché? “Dell’argomento se ne era già parlato troppo”.
La misura era colma: nasce il FUORI!
Le continue discriminazioni, la paura di dichiararsi gay e la visione dell’omosessualità come malattia erano i tasselli che convinsero Pezzana, assieme a tanti altri militanti come Mario Mieli, Fernanda Pivano, Riccardo Russo, Enzo Francone e Anna Cuculo a riunirsi, a far nascere qualcosa.
Quanto successo tra gli anni ’60 e ’70 è stato storicamente indispensabile per la nascita di qualcosa di grande. Era il momento giusto, quindi, per farsi conoscere.
È così che si pensò al F.U.O.R.I. Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano. Si capì in breve tempo che il Fuori! poteva anche diventare qualcosa di più: un modo per dare voce alle persone omosessuali. Una rivista gay (la sigla LGBT ancora non esisteva).
Il numero zero venne pubblicato nel dicembre del 1971. Vennero stampato 1.000 copie, consegnate poi ai militanti di tutta Italia, che avevano il compito di distribuirle. A cadenza mensile, venne poi scelta la formula trimestrale e poi quadrimestrale, con un numero più basso di copie a causa dei costi di produzione.
Il primo giornale gay italiano si conosce ancora oggi, anche se operò solamente dal 1972 al 1982, per un totale di 32 edizioni. Importante fu il numero del 5 aprile 1972, che trattava la contestazione del I Congresso Italiano di Sessuologia a Sanremo, quella che passò alla storia come la Stonewall italiana.
Il legame con i Radicali
Il Fuori! era anche legato con il partito dei Radicali. Nel 1974, durante il loro XIV congresso, l’associazione adottò la linea riformistica del partito, abbandonando invece quella rivoluzionaria. Questo non piacque a molti, tra cui Mieli, che abbandonò il gruppo.
Importante fu invece il 1976, quando il Fuori! candidò alcuni militanti alle elezioni tra le fila dei Radicali. Per la prima volta, erano presenti dei candidati apertamente omosessuali. Angelo Pezzana fu il primo dei non eletti, e divenne parlamentare solo per pochi giorni, dal 6 al 14 febbraio 1979 (entrato con la rotazione prevista a metà legislatura).
La scarsa militanza e la fine
La rivoluzione del Fuori! lasciò al posto all’impegno sociale verso istituzioni a livello nazionale e locale. L’idea, quindi, divenne quella di formare dei gruppi in tutta Italia. All’inizio degli anni ’80, però, la militanza era scarsa, e fu lo stesso Pezzana, nel 1982, a sciogliere l’associazione.
Per leggere le 32 edizioni del Fuori!, clicca su questo link.
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