TikTok è la piattaforma social preferita in particolare dai più giovani. E Il 30enne Mike Dorn, durante la fase di lockdown nel corso della pandemia, ha deciso di sfruttarlo per una serie di video in cui racconta la sua terapia di conversione. E i danni che questa gli ha creato.
Un modo come un altro per diffondere il più possibile un messaggio, ma anche un aiuto ai giovani che forse proprio in questo momento stanno accettando la loro sessualità o non sanno come fare. Mike, nel blocco, aveva bisogno di parlarne con qualcuno. E TikTok gli è “venuto in soccorso”.
700.000 americani sottoposti a una terapia di conversione
Secondo il Williams Institute dell’UCLA, sono 700.000 i giovani LGBT che sono stati sottoposti a terapie di conversione, e la metà sono minorenni. Ci sono diversi tipi di terapia, ma tutto sono classificate come forma di tortura e condannate dalla comunità scientifica come inutili.
Si va dalla preghiera a un esorcismo, dall’astinenza alle violenze, come elettroshock e botte. Il risultato, sono depressione, incubi, paure, paranoie, disprezzo per sé stesso e suicidio.
L’input di Mike sta aiutando molti giovani LGBT
Con la sua decisione, Mike Dorn ha aiutato moltissimi giovani che si trovavano nella stessa situazione. Si è sfogato, condividendo la sua storia con milioni di persone, e i messaggi di supporto lo hanno aiutato a continuare.
In particolar modo, ha spinto anche altri a condividere la storia, e oggi l’hashtag di TikTok #conversiontherapy raccoglie centinaia di video, che hanno totalizzato quasi 10 milioni di visualizzazioni.
Mike racconta che quando ha fatto coming out con i genitori aveva 15 anni. Sono stati loro a costringerlo a portarlo da un esperto sulle terapie di conversione, presso una sorta di campo di rieducazione in California. Punizioni se disobbediva, prediche per farli stare male, minacce. E le botte, quando sbagliava. Dopo il primo video, racconta:
Molte persone mi stavano scrivendo, ed era questa forma di amore, sostegno e famiglia che non avevo mai sperimentato prima.
Un’altra vittima della terapia di conversione è Mary, 20 anni. Lei raccomanda a chi sta affrontando una terapia di non raccontare nulla di quello è stato fatto in passato. Sfruttano ogni minimo particolare negativo per punire e per mettere sotto al loro controllo ogni persona, che non può fare niente se non subire.
Mary ha ricevuto poi messaggi da moltissime persone che nel corso degli anni hanno subito le violenze della terapia di conversione, che a loro volta hanno raccontato la loro storia.