In occasione della Giornata Internazionale contro l’Omofobia l’ILGA (International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association) ha svolto una ricerca in 53 Paesi, interrogando più di 96.000 persone su come reagirebbero se il loro figlio facesse coming out (potete visionarla per intero qui).
I risultati sono piuttosto allarmanti: il 66% percento del totale ha affermato che non reagirebbe bene se il figlio fosse gay. Peggio per un figlio transessuale: solo il 28% dice che riuscirebbe ad accettarlo. “Questi dati sono esplicativi di quanto nella popolazione mondiale sia ancora radicata l’etero-normatività riguardo all’orientamento sessuale e all’identità di genere, nonostante ci siano vistose differenze tra le varie regioni del globo”, riporta lo studio.
Infatti il parere sull’omosessualità è molto vario in base ai continenti: in Africa il 45% della popolazione pensa che far parte della comunità LGBTI dovrebbe essere un crimine, in Asia il 34%, in Europa il 17% e in America il 15%.
La ricerca ha cercato altresì di mettere in luce alcuni aspetti che fanno sperare in un cambiamento: dei 53 Stati membri delle Nazioni Uniti 26 hanno riconosciuto l’adozione congiunta per i genitori dello stesso sesso, mentre 23 la stepchild adoption (come ormai sappiamo bene, l’adozione del figlio del partner). Un altro dato fa sperare: il 67% degli intervistati ha affermato che i diritti umani, a prescindere dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, dovrebbero essere applicati a tutti. “Crediamo nel potere dell’informazione e della conoscenza: siamo convinti che questo report potrà essere uno strumento utile per le associazioni che combattono per cambiare le norme che continuano a opprimere la comunità LGBTI in tutto il mondo”.
Lo studio verrà utilizzato alla ILGA World Conference che si terrà a Bangkok a novembre: moltissimi attivisti da tutte le parti del mondo si riuniranno in questa occasione per discutere di come cambiare la percezione e l’accettazione della comunità LGBTI nella società mondiale.
Per informazioni sull’ILGA e sulla conferenza di Bangkok, visitate il sito ufficiale dell’associazione.
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