La sincerità disarmante di Ariete a proposito di X-Factor

Arianna spiega in un'intervista come è maturato il nuovo album 'La Notte': "La mia comfort zone di scrittura è sempre stata la cameretta".

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ariete x factor
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A guardarla oggi, al suo secondo album in studio e con oltre 1,6 milioni di ascoltatori mensili su Spotify, sembra impossibile pensare che Ariete fosse  – per sua stessa ammissione – una di quelle fan sognanti accampate sotto all’albergo di Shawn Mendez, ad aspettare con ansia che il proprio idolo facesse la sua comparsa trionfale.

Oggi, i ruoli si sono ribaltati. Sono tantissimə l* ragazzə che la scorsa settimana sono corsə ad acquistare, streammare e a prendere d’assalto le librerie Feltrinelli per il tour instore di La Notte, debuttato giovedì scorso.

Dopo Sanremo, i successi e le rivincite, Ariete è tornata con un album maturo eppure concepito on the road, che si ispira a uno dei grandi nomi dell’indie folk statunitense, Sufjan Stevens – già autore della colonna sonora di “Chiamami col tuo nome” di Luca Guadagnino.

Quando io e i ragazzi stavamo andando al Parco nazionale di Yosemite abbiamo consumato in macchina ‘Carrie & Lowell’, forse il suo disco più bello – racconta l’artista a Rockol – è riuscito a creare un album incredibile e super ispirante e in quell’album non c’è nemmeno una batteria. Ho capito che dovevo fare la stessa cosa: la mia forza, alla fine, sono le canzoni più intimiste, più appoggiate, non gli uptempo che devono diventare chissà che tipo di hit per entrare in quei giochi bastardi della discografia”.

Eppure, nonostante i palchi, l’oltre mezzo milione di seguaci su Instagram e gli 11 intimistici e intensi brani di “La Notte”, Ariete ci tiene a specificare che tutto è partito da quella stanzetta di Anzio, a 60 km da Roma, fulcro del processo creativo che ci ha regalato Spazio” e “18 anni”, i suoi primissimi brani. Ed è proprio questa trasparenza, forse, il suo antidoto contro i cosiddetti “industry plant”.

“La mia comfort zone di scrittura è sempre stata la cameretta […] Non credo di essermi mai davvero allontanata del tutto da quel mondo. Parte del disco l’ho registrata a casa di Daniele, il mio produttore, a Rebibbia. Anche quando siamo stati negli Stati Uniti per chiudere il disco, lo scorso maggio, abbiamo sempre preferito fare delle session dentro casa”.

Dal litorale laziale, quindi a un road trip dei sogni dove l’entourage ha “fatto tappa prima a San Francisco, poi Yosemite e infine a Los Angeles”, a caccia dell’ispirazione per alcuni testi e del sound perfetto.

A livello di sound siamo andati per sottrazione. Nei testi, invece, ci sono quelle consapevolezze che nelle canzoni del primo disco inevitabilmente mancavano. Sono cresciuta, ho ristretto la cerchia degli amici, cambiato casa, viaggiato di più. Esperienze che in un modo o nell’altro sono finite anche nelle nuove canzoni. Oggi penso di avere di più i testi in pugno”.

È evidente che l’Ariete di oggi non è più quella ragazzina “scartata” ai provini di X-Factor nel 2019. Ne è passata di acqua sotto i ponti, ed è certo che nè X-Factor – che riaccoglie Morgan dopo le accuse di omofobia -, né Arianna siano gli stessi.

Ma cosa sarebbe successo se, invece, quell’esperienza fosse andata in porto?

Certo, X Factor ha lanciato anche la band italiana che attualmente è sul tetto del mondo, i Maneskin. E una popstar come Marco Mengoni. Ma erano altri anni della tv. E della musica. Non mi viene in mente il nome di un artista uscito da lì negli ultimi quattro o cinque anni e rimasto sulle scene a certi livelli. […] ero una ragazzina con un sogno e quello mi sembrava l’unico sbocco possibile per riuscire a diventare qualcuno. Oggi a un sedicenne consiglierei l’opposto”.

E come sempre, il tratto distintivo di Ariete risiede nella sua autenticità. Il che le permette di fornire allə fan una visione personale e non filtrata della sua carriera. Attraverso questa lente, Ariete non solo fa un bilancio del suo percorso finora, ma condivide anche le sue aspirazioni per il futuro.

I miei collaboratori non mi fanno sentire cambiata, diversa. Non mi osannano quando vinco un Disco di platino dicendomi che sono la migliore e non mi deprimono quando un concerto non va o un singolo non decolla”.

In merito a Sanremo, un punto focale nella carriera di molti artisti italiani, Ariete rivela che non ha intenzione di tornare al Festival nel prossimo futuro. Per il momento, il suo focus è su nuovi progetti discografici e i concerti dal vivo. Una scelta che sembra nuovamente sottolineare una strategia che privilegia la qualità e l’attenzione ai dettagli piuttosto che la semplice esposizione mediatica.

Non credo di avere i numeri per poter fare gli stadi, ora come ora. E nemmeno l’età. Già mi mettono ansia i palasport. Oggi che tutto corre così velocemente il mio desiderio è quello di rimanere su quest’onda qui: sarebbe già tanto”.

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