Tolto Diodato, che ha vinto il Festival e i due premi della critica, il vero trionfatore del Festival di Sanremo 2020 si chiama Achille Lauro. L’abbiamo seguito passo passo, nel corso delle 5 serate festivaliere, commentando estasiati le sue trasformazioni, che hanno minato decenni di maschilismo tossico, fino all’apoteosi della Regina Elisabetta del sabato sera.
Salutata Sanremo, Lauro è tornato sui social per spiegare il suo percorso, tanto sbalorditivo, apprezzato, criticato, in grado di non lasciare certamente indifferenti.
“Ho sempre contaminato un genere con l’altro cercando di inventare musica non catalogabile ed impossibile da etichettare”, esordisce Achille, che torna così con la memoria alla genesi del progetto.
Un anno fa ho iniziato ad immaginare la mia musica in modo diverso: volevo creare una performance artistica che suscitasse emozioni forti, intense e contrastanti, qualcosa che in pochi minuti fosse in una continua evoluzione visiva ed emotiva.
Un piece teatrale lunga 4 minuti. “Me ne frego” è un inno alla libertà sul palco piu istituzionale d’Italia. La mia speranza è che potesse scuotere gli animi degli insicuri e le certezze di chi é fermo sulle sue certezze, perchè è sempre fuori dalla “zona comfort” il posto in cui accadono i miracoli.
“Me ne frego é un inno alla liberta di essere cio che ci si sente di essere“, continua Lauro. “Me ne frego, vado avanti, vivo, faccio: questo è il messaggio che ho voluto dare con la canzone, è questo e il senso vero della scelta dei personaggi che io, il mio coodirettore creativo Nicoló Cerioni e il mio manager&Responsabile progetto Angelo Calculli abbiamo pensato di portare sul palco dell’Ariston. Menefreghisti positivi, uomini e donne liberi da qualsiasi logica di potere personale“.
Un Santo che se ne è fregato della ricchezza e ha scelto la “libera” povertà, un cantante che se n’è fregato dei generi e delle classificazioni sessiste, una Marchesa che a dispetto del suo benessere ha scelto di vivere lei stessa come un’opera d’arte, diventando una mecenate fino a morire in povertà e una regina che ha scelto la morte, evitando di curarsi abdicando, pur di restare li a proteggere e vivere per il suo popolo. La condizione essenziale per essere umani è essere liberi.
Una visione della vita che tanti, purtroppo, non hanno colto, gridando alla semplice provocazione priva di contenuti, sbagliando. A tal punto da scatenare persino Gianni Morandi, sui social, in difesa di Achille, Regina di Sanremo 2020.
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premetto che lauro è un istrione geniale, ma parlare di liberta è eccessivo. libertinaggio è la parola esatta. non bisogna dimenticare che la mia liberta' finisce dove comincia quella di un altro.quindi liberi lo siamo solo nella mente. nei fatti poi dobbiamo fare i conti con la convivenza. a meno che non ci si isoli dal mondo.lauro nell'esibirsi ha spesso abusato sul suo partner e poi mollandolo".nonè cosi' che funziona la liberta'.