Una coppia di ragazzi gay nel quartiere Kiryat Haim di Haifa, Israele, è stata fermata e multata dopo aver aiutato una delle loro madri anziane, poiché la polizia si è rifiutata di credere che stessero insieme in quanto entrambi uomini. Secondo quanto riportato dal Jerusalem Post, sabato scorso Yigal Ohayon e il suo partner Shai-El Atias sono stati fermati a un posto di blocco della polizia.
La coppia aveva aiutato l’anziana madre di Ohayon, che li aveva chiamati per dir loro che non si sentiva bene, e stava tornando verso casa. Il lockdown da coronavirus di Israele consente spostamenti per fornire assistenza medica a un membro della famiglia. Peccato che quando sono stati fermati dalle autorità, i due ragazzi non sono stati interrogati sul motivo del viaggio, ma solo sul loro status di coppia.
Ohayon ha denunciato tutto al canale di notizie N12: “L’agente ci ha chiesto dove eravamo stati e cosa stavamo facendo, gli ho spiegato che avevamo viaggiato insieme perché mia madre è una donna dalla stazza relativamente grande e non posso prendermi cura di lei da solo. Dopo che ci è stato chiesto perché stessimo insieme, abbiamo detto che eravamo una coppia. Ci hanno risposto: ‘Cosa intendi?’. Abbiamo chiesto se non avevano mai sentito parlare di uomini gay e se stessero ignorando il fatto che siamo una coppia. L’ufficiale ha risposto, ‘Assolutamente no. Non esiste una cosa del genere. Non ha senso che esista una cosa del genere‘”.
A quel punto i due giovani si sono offerti di chiamare la madre di Ohayon per confermare la loro storia, ma sono stati “ignorati” e multati di 500 NIS (111 sterline) ciascuno. La coppia in seguito si è imbattuta in un altro posto di blocco, ma in quel caso la polizia li ha lasciati passare senza fare troppe domande. Ohayon ha già annunciato che trascinerà gli agenti in tribunale.
Solo perché sono omofobi abbiamo ricevuto due multe. Non mi arrenderò e seguirò fino in fondo i comportamenti di questi poliziotti. Non è che tutti i poliziotti siano omofobi, ma è tempo di porre fine al razzismo e all’omofobia, certamente quando si tratta di forze dell’ordine.
Ohad Hezki, direttore generale dell’Associazione per l’uguaglianza LGBTQ in Israele, ha chiesto che la polizia israeliana “rilevi la documentazione di quanto avvenuto dalle telecamere poste sul corpo dei poliziotti“, indagando adeguatamente . “Non tollereremo alcuna discriminazione o odio da parte degli agenti di polizia, il cui compito è quello di proteggere i membri della comunità LGBTQ +, e non discriminarli“.
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