Il 27 ottobre scorso 154 misteriosi senatori affondavano il DDL Zan votando a favore della cosiddetta ‘tagliola’, che ha imposto un break mortale di sei mesi alla legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo. Poco dopo il voto dai banchi di centrodestra si è levato un applauso che ha fatto il giro del mondo. Perché indegno, indifendibile, imbarazzante, umiliante.
Un applauso da ricordare e non dimenticare, per rimarcare la distanza siderale di una certa classe politica dalla società reale, per ribadire la vergogna di quei senatori della Repubblica che esultarono come se fossero in curva allo stadio dinanzi al goal del numero nove della propria squadra, e non al cospetto di un disegno di legge che avrebbe dato tutele a chi oggi non ne ha, per fare in modo che nulla di simile possa più ripetersi.
33 giorni dopo quell’applauso arriva oggi on line un cortometraggio scritto e diretto da Alex D’Antona e Fabiano Tagarelli. Centosette secondi di volti e storie in difesa di chi è stato calpestato da quei senatori. “Non ci si può girare dall’altra parte di fronte alla violenza, la violenza omobitransfobica esiste, è reale, e ogni giorno qualcuno la subisce, spesso in silenzio“, rimarca D’Antona. Il 25 novembre scorso, in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, il cortometraggio “Applausi” avrebbe dovuto essere presentato in anteprima nazionale presso la Parrocchia San Nicola di Mola di Bari
Condizionale d’obbligo, perché la stessa Curia barese, pressata da alcuni fedeli, avrebbe chiesto di non procedere con la proiezione. “Il diktat è stato impartito senza nemmeno chiedere di poter visionare prima il cortometraggio“, denunciano gli autori. “Sono rammaricato, perché nutro sentimenti di affetto verso una comunità parrocchiale che mi ha empre accolto come amico e fratello“, ha detto il regista D’Antona. “Si è compiuto un atto gravissimo, di censura preventiva, che fa male all’intera comunità“, ha aggiunto Tagarelli.
Il cortometraggio di 107 secondi, patrocinato tra gli altri dalla Commissione Pari Opportunità della Regione Puglia, stigmatizza il comportamento dei Senatori che hanno applaudito al termine di quella votazione, contrapponendo volti e storie di violenza subita sulla pelle di tanti.
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