Nel gennaio del 1994, in un sobborgo di St. Louis (USA), Rodney Wilson, un insegnate delle scuole superiori, lanciò la proposta di celebrare l’LGBT History Month (il mese della storia LGBT). Wilson prese questa iniziativa ispirato da due importanti precedenti: l’istituzione negli Stati Uniti del Black History Month (a partire dal 1970) e del Women’s History Month (dal 1978). Nei mesi di febbraio e marzo infatti si celebravano, e si continuano a celebrare oggi, rispettivamente la storia afro-americana e la storia delle donne. Attraverso l’LGBT History Month Wilson voleva ricordare la storia della comunità LGBT per stimolarne l’autodeterminazione, incoraggiare la lotta per l’eguaglianza giuridica e sociale, e contrastare l’omobitransfobia.
Oggi come oggi l’LGBT+ History Month si festeggia in diversi periodi dell’anno in alcuni paesi del mondo. Negli Stati Uniti, in Australia e in Canada si celebra nel mese di ottobre, mentre nel Regno Unito e in Ungheria si celebra nel mese di febbraio. Il Brasile e la Groenlandia dedicano il mese di giugno alla storia delle loro comunità LGBT+. In Germania la città di Berlino organizza il Queer History Month nel mese di maggio.
In questi paesi in occasione dell’LGBT+ History Month, attivist* LGBT+, scuole, università, musei e organizzazioni culturali si impegnano ad organizzare almeno un evento culturale incentrato sulla storia LGBT+ e cercano di far crescere la consapevolezza e la conoscenza della storia della comunità queer, specie nelle nuove generazioni.
Dopo quasi 30 anni d’attesa l’LGBT History Month arriva anche in Italia, la celebrazione si svolgerà lungo tutto il mese di aprile, con più di 100 adesioni provenienti dal mondo accademico – prevalentemente singol* Professor* universitari* – e da associazioni LGBT+. Anche biblioteche, librerie, cinema e case editrici hanno iniziato a offrire il loro sostegno all’iniziativa. Un segnale particolarmente importante arriva dall’adesione dell’intera Università di Enna “Kore”, della Società Italiana delle Storiche (SIS) e dalla Casa Internazionale delle Donne (Roma).
Il team italiano a capo dell’iniziativa comprende studiosi e accademici come Alessio Ponzo (University of Saskatchewan, Canada) e Chiara Beccalossi (University of Lincoln, UK) e creativi come Federica Folino Gallo (Social media manager) e Oscar Silvi Bertolissi (Creative Director, Queer Studio).
In Italia la storia LGBT+ è stata a lungo ignorata, salvo rare e lodevoli eccezioni, nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. La società italiana invece di celebrare la storia LGBT+ come una ricchezza, la confina ai margini quando addirittura non la censura. Da oggi, grazie a questa iniziativa e a un intero mese di celebrazioni, qualcosa potrebbe cambiare.
Per l’Italia è stato scelto il mese di aprile in onore della prima manifestazione pubblica organizzata dalla comunità gay e lesbica italiana a Sanremo nell’aprile del 1972. Esattamente 50 anni fa.
Sono tantissimi gli eventi in calendario per celebrare questo primo LGBT+ History Month Italia, sia in presenza che a distanza, tra visioni di film, presentazioni di libri, assemblee, webinar sui temi caldi della nostra comunità. Gli eventi toccheranno tutta l’Italia e coinvolgeranno alcune delle figure chiave della comunità LGBTQ+ italiana, da Angelo Pezzana a Porpora Marcasciano, alla storica Maya De Leo, alla presidente del MIT Nicole De Leo.
“Celebrare la storia LGBT+ è importante per scoprire e valorizzare ciò che non ci è mai stato insegnato a scuola; per ricordare come la comunità LGBT+ ha combattuto persecuzioni e discriminazioni; per fare un bilancio dei diritti ottenuti e da ottenere; per riconoscere e contrastare le disuguaglianze di oggi e per continuare a lottare per una società sempre più aperta e inclusiva“, sottolineano gli organizzatori, singol* attivist* e/o singole persone che lavorano nell’università per promuovere questa importantissima iniziativa educativa. “Siamo convint* che sia arrivato il momento di organizzare il primo LGBT+ History Month Italia per promuovere orgogliosamente la storia della nostra favolosa comunità queer“, rivendicano gli storici Alessio Ponzio e Chiara Beccalossi, i social media manager Federica Folino Gallo e Francesco Salvini, Luca Locati Luciani e Oscar Silvi Bertolissi.
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