Non poteva far altro che chiudere da ‘regina’, Achille Lauro. Il 70esimo Festival di Sanremo, anche tra 30 anni, verrà ricordato per le sue incredibili trasformazioni sul palco dell’Ariston, pensate al fianco di Nicolo Cerioni, e ‘materialmente’ firmate Gucci.
Per la finalissima del Festival il cantante romano si è tramutato nella regina Elisabetta I d’Inghilterra e d’Irlanda, la “regina vergine”, ultima monarca della dinastia Tudor fino alla sua morte (1558). Ad indossarne gli abiti recentemente al cinema, in Maria Regina di Scozia, Margot Robbie. “Vergine sposa della patria, del popolo, dell’arte e difensore della libertà. Che Dio ci benedica”, scrive Lauro sui social, dopo essersi sottoposto ad un trucco di sei ore consecutive, con perle incastonate sul suo volto, parruccone rosso, gote rosa confetto, stivali e pantaloni rosso fuoco.
Una prova d’artista totale, che abbraccia recitazione, canto, moda, storia dell’arte. Al fianco di Achille l’immancabile Boss Doms, finalmente baciato a stampo dopo 3 giorni di ammiccamenti continui. Lauro ha cancellato decenni di maschilismo imperante, sfilando per 4 sere su 5 su un palco che ha conquistato a suon di sfide, al grido ‘me ne frego‘. Prima San Francesco, poi David Bowie, la Divina Marchesa Luisa Casati Stampa e oggi, Queen Elizabeth I. Con una certezza, definitiva: “Oltre il maschile e il femminile. Oltre gli schemi omologanti di una sessualità politicamente corretta. Oltre la divisione binaria“. Oltre tutto questo, c’è Achille Lauro.
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