Al Bano: “Un gay vuole curare la sua imperfezione? Fa bene”

In un'intervista pubblicata da Vanity Fair in edicola domani, il cantante parla di omosessualità come qualcosa da cui guarire e si scaglia contro i Pride, "esposizione di Sodoma e Gomorra".

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Dichiarazioni shock, quelle rilasciate da Al bano a Vanity Fair che pubblicherà l’intervista al cantante, in procinto di partecipare alla prossima edizione del Festival di Sanremo, nel numero in edicola domani. Ecco un estratto delle parole di Al Bano alla nota rivista che lo ha incontrato a Santiago de Compostela, dove si trova per la promozione del disco Todos sus grandes éxitos in español, raccolta di successi cantati in spagnolo:
 
Al Festival Povia presenterà un brano, Luca era gay, che ha già scatenato polemiche per il tema dell’omosessualità vissuta come qualcosa da cui guarire: se uno dei suoi figli fosse stato gay, lei come si sarebbe comportato? 
"Come padre, mi avrebbe sicuramente dato fastidio avere un figlio, o una figlia, che non appartiene al suo sesso. Però bisogna fare i conti con la natura, e la natura, a volte, gioca strani scherzi. Quindi, se uno – o una ! – si i nterroga a fondo, e ha voglia di guarire da questa ‘imperfezione’, fa bene. Se non ha voglia, o non può, perché la natura lo ha costruito così, che cosa puoi dire? Ma, grazie a Dio, non ho mai avuto questi problemi. E mi dispiace tanto per chi li ha".

Siamo in Spagna, il Paese dove i gay possono sposarsi: che ne pensa? 
"Il mondo è cambiato. A noi ‘normali’ certe cose possono sembrare strane, ma a quelli che le vivono, ovviamente, no. Sono cattolico praticante e agli omosessuali dico solo questo: non sono per i ghetti, ma non fate tutto questo cancan, vivete le vostre cose in privato. Non mi vanno giù i gay pride, quelli che sfilano mascherati… A uno vaccinato come me possono far ridere, purtroppo, ma se li vedesse mia figlia piccola mi darebbe fastidio. Mi sembra l’esposizione di Sodoma e Gomorra". 
Tempestiva la risposta di Arcigay che per ribattere prende spunto dal titolo che Al Bano presenta al Festival, ‘L’amore è sempre amore’.
"Citando il titolo della tua canzone che porterai a Sanremo, caro Al Bano, ti ricordiamo che l’amore è sempre amore, che sia etero o omosessuale" risponde il presidente nazionale Arcigay Aurelio Mancuso al cantante pugliese.

"Consigliamo ad Al Bano di smettere di seguire Povia e di cominciare ad ascoltare alcune belle canzoni di Anna Tatangelo o Daniele Silvestri, Fabrizio De André o Raffaella Carrà, Niccolò Agliardi o Valeria Vaglio – è il suggerimento di Mancuso -, tutti testi che raccontano con serenità storie di amori tra uomini o tra donne, con le loro vicende e le loro passioni, proprio come gli amori che canta lui stesso da anni.”

"Non abbiamo nessun problema, non dobbiamo guarire da nulla, non siamo anormali! Basterebbe, caro Al Bano, che leggessi l’intervista apparsa proprio su Vanity Fair nel numero scorso al dottor Vittorio Lingiardi, che ti spiegherebbe in parole semplici che l’omosessualità e la bisessualità sono altri orientamenti sessuali, variabili naturali dell’identità umana. Veri problemi sono l’omofobia e la paura dell’altro, diffusi anche nel mondo dello spettacolo e che fanno male ai tanti fan che ascoltano con entusiasmo i loro beniamini musicali".

Infine Mancuso propone un faccia a faccia ad Al Bano, proprio nei giorni del festival in cui sono previste le iniziative contro il brano di Povia. “Se avessi ancora dei dubbi su questi temi, saremmo ben lieti di incontrarti a Sanremo per raccontare le nostre storie – conclude Mancuso –. Ti invitiamo assieme ai tuoi colleghi che la pensano come te per un confronto anche con alcuni esperti che potranno spiegarvi il vero significato dell’orientamento sessuale. Prendetevi un’ora di pausa dal Festival, saremo pronti a lenire le vostre paure e chiarire i vostri dubbi".

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