Gay Street: “Il problema del traffico nasconde l’omofobia”

Così Fabrizio Marrazzo condanna le dichiarazioni di Massimiliano Tonelli che aveva parlato di "frociaglia starnazzante". Il comune annuncia fioriere come dissuasori. Marrazzo: "Meglio pedonalizzare".

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Non si sono fatte attendere le reazioni della comunità lgbt romana dopo le pesanti dichiarazioni del mancato consigliere comunale dell’Esquilino Massimiliano Tonelli che dalle pagine del suo blog ha lanciato una sorta di crociata contro "l’orda di culattoni" che pur di passare la serata nei locali della Gay Street romana, a dire di Tonelli, intasa il traffico del quartiere posteggiando sui marciapiedi di via Labicana.

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«Le dichiarazioni di Massimiliano Tonelli sulla Gay Street di via di San Giovanni in Laterano a Roma sono gravissime e straordinariamente offensive nei confronti delle persone lesbiche, gay e trans – ha dichiarato alla stampa Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcogay Roma -. Confondere la presenza della nostra comunità in via di San Giovanni in Laterano con il problema della viabilità che, specie il sabato sera, si fa più acuto a Roma e in particolare nel centro storico, è solo un goffo tentativo mascherare sentimenti di odio e di omofobia violentissimi che risultano, però ben evidenti dal linguaggio utilizzato».

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E certo quelle espressioni, tra cui "frociolandia" o "checche che non possono muovere il culo", solo per citarne alcune, non potevano passare inosservate, né tanto meno essere perdonate a chi aspirava ad una carica pubblica di rappresentanza dei cittadini.  «Ci attendiamo, per questo, delle scuse – continua Marrazzo -. Da anni, d’altro canto, chiediamo la pedonalizzazione della Gay Street e cioè dell’ultimo tratto di via di San Giovanni in Laterano compreso tra via Ostilia e piazza del Colosseo proprio perché vogliamo contribuire a rendere più bella l’intera area, a valorizzarla e a organizzare eventi e attività culturali e sociali come già facciamo da tempo. I cittadini che partecipano a queste iniziative sanno da tempo che la Gay Street è un luogo di dialogo e scambio tra la nostra comunità e la città». Poi, il tentativo di tirare fuori, da questa brutta storia, almeno qualcosa di buono. «L’Amministrazione comunale colga questa occasione – fa appello il presidente di Arcigay Roma -: riconosca la Gay Street come chiediamo da anni e ci aiuti a valorizzare quello che ormai è diventato più di un luogo dove incontrarsi ma un vero e proprio simbolo a Roma e in Italia».

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E il comune di Roma non ha atteso di essere chiamato in causa direttamente per prendere posizione. Proprio il presidente della Commissione Cultura del Campidoglio Federico Mollicone, cui Tonelli si era rivolto con la sua invettiva, ha fatto sapere che intende posizionare delle fioriere come dissuasori. «Una scelta di cui siamo soddisfatti- commenta Marrazzo – ma che non risolve il problema della viabilità e dei blocchi stradali causati dalle auto che attraversano la Gay Street e restano bloccae dalla folla. La soluzione è la pedonalizzazione e ci auguriamo che sul tema venga attivato un confronto tra Amministrazione comunale, comitati cittadini dei residenti e il comitato Gay Street». Riguardo alla pedonalizzazione, però, con un comunicato congiunto, Mollicone e Stefano Tozzi, capogruppo del Pdl nel I Municipio, hanno fatto sapere che non è un provvedimento che l’amministrazione itnende prendere. «Rispondiamo con serenità e disponibilità al dialogo con il presidente di Arcigay Roma, Fabrizio Marrazzo – scrivono i due -, ma ribadiamo da subito che le fioriere verranno poste per migliorare la vivibilità di tutti i cittadini romani, residenti e non. E, per quanto riguarda la Gay Street, confermiamo quella che stata anche la presa di posizione del I Municipio, che si espresso contrariamente rispetto alla pedonalizzazione».

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Ma non è certo solo la comunità lgbt romana a non avere apprezzato i toni dell’appello di Tonelli. Primi tra tutti, i lettori del suo blog e i suoi ex elettori si sono ribellati ad un linguaggio che definire inopportuno è davvero poco. Da «mi vergogno di averti votato» a un diplomatico «Che bisogno c’è di insultare gli omosessuali con ingiurie da bullo di periferia?» passando per un sarcastico «Che maschio! Che testosterone!» per finire con una polemica «Le macchine in divieto di sosta saranno tutte di gay e lesbiche? Come le hai riconosciute? C’è la striscia di piume e paillettes che porta direttamente ai locali di fronte?», i lettori di Tonelli proprio non hanno gradito. 

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Al coro di chi prende le distanze, si uniscono anche molti rappresentanti della Roma politica, compresi alcuni del PdL. Lo stesso Mollicone ha dichiarato: «Toni profondamente sbagliati: la discriminante sessuale non ha nulla a che fare con le auto in divieto di sosta», mentre Fabrizio Sequi e Marco Veloccia, consiglieri Pdl nel I Municipio hanno aggiunto «Il caldo comincia a farsi sentire forte». Non ultime le richieste di scuse rivolte a Rutelli in persona (nella cui lista civica alle ultime elezioni comunali Tonelli era candidato, risultando il primo dei non eletti) da parte di GayLib. «Rutelli chieda scusa ai gay per la violenza verbale e gratuita dei suoi sostenitori del quartiere Esquilino» ha dichiarato Daniele Priori, rappresentante dell’associazione dei gay e delle lesbiche di centrodestra nel Lazio.

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