Kevin Maxwell è un ex poliziotto di colore nonché gay dichiarato che ha deciso di denunciare pubblicamente l’omofobia e il razzismo vissuti in prima persona all’interno delle forze dell’ordine con un libro ad hoc, intitolato Forced Out.
Un’opera interamente centrata sugli abusi vissuti da parte degli ex colleghi, come rivelato al britannico The Guardian. “Penso che razzismo e omofobia siano troppo radicati, e dubito che cambierà qualcosa nel corso della mia vita. È un cancro e nessuno sa come eliminarlo. Chi comanda ha molto di cui rispondere. Parlano parlano ma non esiste una vera punizione per comportamenti scorretti“.
Maxwell ha ricordato come due agenti accusati di discriminazione fossero stati successivamente promossi. “Era la loro ricompensa. Quale messaggio veicola?“. L’ex agente di polizia, nato a Liverpool, si è detto dispiaciuto di aver permesso ai colleghi di continuare a bullizzarlo, solo perché gay.
Provo un sacco di vergogna per aver taciuto, non ho ascoltato gli amici che mi dicevano di non farlo. Ora, quando penso a quegli anni sprecati che non torneranno mai più, non riesco a descrivere come ci si sente. Ho perso tutto: il mio matrimonio, la mia casa, la mia salute mentale. Tutto.
Sin da piccolo Kevin sognava di diventare un ufficiale di polizia, e ora consiglia a tutti gli aspiranti poliziotti appartenenti a minoranze di tenere gli ‘occhi spalancati’.
Devono essere molto attenti agli atteggiamenti e ai pregiudizi che probabilmente dovranno affrontare. Se dovessi iniziare a dire ai giovani ragazzi neri, ai giovani gay o lesbiche, “Non unirti alla polizia“, allora nulla cambierà mai. Credo che ci sia bisogno di più reclute di colore, di più reclute gay.
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