Alla vigilia del Torino Pride emergono le prime azioni di opposizione alla decisione di Chiara Appendino, sindaca M5S di Torino, di pluralizzare in modo più inclusivo l’Assessorato alla Famiglia, rendendolo “alle Famiglie” e affidandolo a Marco Giusta, ex presidente di Arcigay Torino.
Le critiche arrivano da due fronti, di cui uno prevedibile e uno inaspettato. La curia cattofascista torinese esprime il suo disappunto attraverso un editoriale, a nome ovviamente del “Popolo della Famiglia” adinolfiano, che dice:
La nuova repubblica grillina istituita a Torino decide che la famiglia – femminile singolare – riconosciuta dalla Costituzione non esiste più e che essa è sostituita da un concetto tutto nuovo – le “famiglie” – definite a totale arbitrio del potere (ad esempio, chissà se in questo nuova definizione entreranno le “famiglie” volute dal deputato grillino Carlo Sibilia, ovvero quelle “di gruppo” con tre o più sposi e quelle “interspeciste” tra uomini e altre specie).
Il gruppo annuncia di voler manifestare poiché “esiste una sola famiglia, quella in cui ognuno nasce”, il 16 luglio sotto il Comune: ma Adinolfi, non contento, accusa pesantemente la Appendino di “boldrinismo” per la sua scelta di farsi chiamare sindaca e di “omologazione tra uomo e donna voluti dall’ideologia gender“, attraverso questo provvedimento. Il che è esattamente il contrario delle speranze riposte nella decisione di pluralizzare l’Assessorato perché non c’è un solo modo di intendere la famiglia e bisogna riconoscere la pluralità delle varie forme nelle quali essa si declina. Fatto sta che sul blog del Popolo della Famiglia appare un articolo, intitolato “Cos’è una famiglia, cosa non lo è”, con una foto della Appendino poco dopo aver partorito, utilizzata a meri e vergognosi fini politici.
Ma se le proteste del partito dalle visioni catto-utopiche non sorprendono, o anzi sono talmente assurde da sembrare quasi ilari, è l’opposizione di un’eletta PD, portatrice di un’ideale cattodemocratico poco in linea con le posizioni “ufficiali”, che mette in luce una spaccatura profonda nel Partito che è stato sconfitto alle ultime amministrative nel capoluogo piemontese. Monica Canalis, vicino all’area cattolica e al Sermig (Servizio missionario giovani) ha presentato un’interpellanza dal titolo “Famiglia o famiglie, la scelta non è Chiara“, nella quale chiede alla sindaca se “è consapevole della forzatura giuridica che viene realizzata attribuendo lo status di famiglia anche alle persone conviventi di fatto e alle unioni civili omosessuali?“.
È un’altra consigliera PD, Chiara Foglietta, a cercare di chiarire la situazione, mettendo in luce la “totale autonomia” di una tale azione in un post su Facebook.
Domani sarà un grande giorno.
A Torino si festeggerà il decimo Pride: la più grande manifestazione laica che percorre le…Pubblicato da Chiara Foglietta su Venerdì 8 luglio 2016
Anche Sergio Lo Giudice, di ReteDem, definisce la decisione “fuori dal mondo”. Ma cogliere il punto della situazione è Daniele Viotti, europarlamentare PD, che afferma: “poi uno pensa che noi del PD siamo conservatori e di destra”. È proprio questa l’impressione avuta: un grandissimo strafalcione che costerà molto caro al PD torinese.
Siamo nel 2016. Siamo a Torino. Siamo nella capitale italiana dei diritti, della pluralità, dell’uguaglianza. Siamo a un…
Pubblicato da Daniele Viotti su Giovedì 7 luglio 2016
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Adinolfi chi? Quello che ha preso lo zero virgola niente a Roma?
La Appendino sembra genuinamente a favore dei diritti gay, così come molti nel Pd, tipo Scalfarotto, Lo Giudice, Vietti, eccetera. Sulla posizione del M5S in merito, non ci metterei la mano sul fuoco: del resto la prima cosa che ha fatto Raggi da eletta è stata incontrare il Papa e M5S non ha votato a favore delle unioni civili, lasciando il PD da solo a sostenerle...
La posizione del M5S sarà quella del loro blog di militanti. Quindi se domani vincessero le elezioni possiamo sperare nei matrimoni gay? Non si sa. Dipende da quello che pensano 20 o 30 mila persone consultate sul loro sito e non sappiamo poi fino in fondo se viene rispettata questa decisione, poiché nel caso della step-child erano favorevoli poichè erano stati consultati anche su quello (figli all'interno della coppia), ma poi il direttorio ha detto che non andava più bene, sondaggi e tattiche parlamentari alla mano. Se quindi non convenisse elettoralmente secondo quello che pensano i capi dei grillini non avremo mai i diritti con il matrimonio egualitario, siamo nelle mani di un movimento che ritiene che i diritti umani e civili siano oggetto di referendum on line (neanche di tutto il corpo elettorale come in Irlanda). Io penso che un diritto sia un diritto: non viene concesso e tolto (vedi referendum Croazia) a seconda di come gira al corpo elettorale.
Sarebbe anche il caso di dire due parole sull'eroico Scalfarotto che nell'ultimo mese ha pensato bene di svolgere il suo lavoro attaccando costantemente via twitter sia la neo-sindaca Appendino, sia il neo-assessore Marco Giusta reo, secondo il geniale Scalfarotto, di aver dato la propria disponibilità ad un movimento che, sempre secondo il geniale Scalfarotto, sarebbe apertamente omofobo. Il tutto mentre il ministro degli interni del governo di cui l'incredibile Scalfarotto fa parte si dimentica o fa finta di dimenticarsi di apporre una firma su di un foglio per dare finalmente all'Italia quella parvenza di legge sui diritti civili. Che dire? Fondamentalisti cattolici e fascisti sono entusiasti di quello che dovrebbe essere colui che porta i problemi della comunità all'attenzione della politica.