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Auguri a Ferzan Ozpetek, regista e abile narratore della comunità LGBT

Festeggiamo oggi i 61 anni di Ferzan Ozpetek ricordando la sua carriera costellata di grandi successi, come ‘Mine Vaganti’

Ferzan Ozpetek
2 min. di lettura

Oggi, 3 Febbraio 2020, c’è un compleanno da ricordare. Ferzan Ozpetek, regista, sceneggiatore e scrittore di origine turche, festeggia i suoi primi 61 anni. Nato a Istabul da una famiglia della borghesia del luogo, fin da ragazzino ha sempre avuto una grande passione per il cinema, tanto da volare a Roma per studiare Storia del Cinema alla Sapienza. Dopo alcune esperienze e diverse scuole di specializzazione, Ferzan Ozpetek è riuscito a coronare il suo sogno di diventare regista. Fulminate è stato l’ esordio con ‘Bagno Turco’, una co-produzione tra Spagna, Italia e Turchia per arrivare poi al successo con ‘Le Fati ignoranti’.

Ferzan Ozpetek: una carriera di grandi successi

Abile scrittore e formidabile narratore, Ferzan Ozpetek dal 1996 ad oggi, è stato capace di raccontare vita morte e miracoli della comunità LGBT, con storie vere, schiette e sincere che hanno fatto storia. Un regista che ha avuto la caparbietà di esplorare una sub-cultura, evidenziandone i suoi usi e costumi più folli, grezzi e particolari.  Ha toccato anche le sfumature dei sentimenti umani con ‘Cuore Sacro’ e il magnetico ‘Saturno Contro’, in cui Ambra ha debuttato come attrice. Senza dimenticare ‘Magnifica Presenza’, ‘Napoli Velata’ e ‘La Dea Fortuna’. C’è da dire però che nella sua carriera, Ferzan Ozpetek con ‘Mine Vaganti’ ha superato se stesso. Il film con Riccardo Scamarcio, Alessandro Preziosi, Elena Sofia Ricci e Ennio Fantastichini, ad oggi è uno tra i più rappresentativi, soprattutto per la comunità LGBT.

Mine Vangati: perché rivedere il film

Distribuito nel 2010, ha vinto due statuette ai David di Donatello, il premio della Giuria al Tribecca Film Festival e 5 Nastri D’argento. Il motivo di tutto questo successo? La sua genuinità. Ferzan Ozpetek nel raccontare la storia di un coming out, ha esplorato i legami di una famiglia del sud Italia. Sicuramente è un film molto personale, dato che è stato dedicato al padre e al rapporto che ha avuto con i suoi genitori; e soprattutto è un ritorno ai temi cari del regista come l’amore, la felicità, la morte e il perdono. È un lungometraggio ricco di colpi di scena e di battute da antologia e che, soprattutto, ha messo a dura prova tutto il cast, come Elena Sofia Ricci costretta a imbruttirsi per entrare nella parte. Un successo meritato tanto è vero che, dal mese di febbraio, il film è diventato anche uno spettacolo teatrale che toccherà  i palcoscenici di Roma.

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