BARI – Il mese del Pride in Italia si sta svolgendo con grande entusiasmo e coinvolgerà più di 50 parate dell’orgoglio LGBTQIA+ durante tutta l’estate: qui il programma completo.
Quest’anno abbiamo voluto dedicare una particolare attenzione alle comunità queer locali, alle associazioni e ai comitati organizzatori di provincia, riconoscendo che le battaglie sul territorio sono spesso le più cruciali per la nostra comunità.
Senza nulla togliere ai vari Roma Pride (qui il resoconto completo), le rivoluzioni iniziano spesso dal basso.
Abbiamo già condotto diverse interviste ai Pride di Piacenza, Novara, Pavia, Lecco, Cuneo, Pordenone, Foggia e Liguria, cercando di comprendere la situazione e le sfide specifiche di ogni contesto.
Sabato 17 giugno, sarà quindi anche il turno del Bari Pride.
Madrina d’eccezione, Bruna, la donna trans che nelle scorse settimane è stata protagonista di un vergognoso episodio di violenza istituzionale quando tre agenti di polizia locale l’hanno accerchiata e picchiata in un parchetto a Milano.
Gli organizzatori del Pride sottolineano come Bruna rappresenti tutte le discriminazioni contro cui la comunità LGBTQIA+ si batte: una donna trans, razzializzata e vittima di soprusi istituzionali. Una scelta per richiamare l’attenzione sulla mancanza di una legge contro l’omolesbobitransfobia in Italia.
Abbiamo parlato con l* ragazz* del comitato organizzativo del Bari Pride, che in questa intervista ci raccontano le sfide e le grandi soddisfazioni che oggi culminano in un evento imperdibile per la comunità queer pugliese.
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Comune e Regione hanno dato patrocinio? Quali istituzioni locali avete dichiaratamente dalla vostra parte?
Sì, abbiamo ricevuto entrambi questi patrocini gratuiti. Ci sembra però importante soffermarci su quello della Regione Puglia.
Dopo averlo richiesto e poi rifiutato nel 2019, in segno di protesta contro lo stallo della legge regionale contro l’omolesbobitransfobia, quest’anno abbiamo deciso di chiederlo con un significato ben preciso, per far sì che rappresentasse una presa d’impegno verso la comunità LGBTQIA+ pugliese, per riempire dei vuoti normativi (con l’approvazione del ddl) nei quali la destra del governo Meloni si è fatta strada negli ultimi mesi.
Oltre a Comune e Regione, abbiamo richiesto anche il patrocinio dell’Università degli studi di Bari Aldo Moro, per l’importanza che l’istruzione ha nel formare le future generazioni.
Inoltre, abbiamo richiesto il patrocinio del Garante dei minori, per l’attività di formazione e inclusione svolta con i più piccoli. Infine, ma non per importanza, abbiamo richiesto il patrocinio dall’Ordine degli Psicologi e dall’Ordine degli Assistenti Sociali.
Qual è il rapporto della comunità queer locale con il sindaco e la giunta?
Il sindaco di Bari Antonio Decaro assume un ruolo centrale in quanto presidente dell’ANCI. Era fra i firmatari della lettera rivolta alla Ministra Roccella sullo stop alle trascrizioni;
in quel caso Roccella, che avrebbe poi lamentato come antidemocratica la protesta presso il Salone del Libro, invocando il confronto, rispose secca: “nessun confronto, la legge è chiara al riguardo”. Ma quell’appello rimane come una promessa per tutte le famiglie arcobaleno.
Il Pride ha un tema specifico?
Questo è senz’altro un anno importante per il Bari Pride, abbiamo un tema, ed è “vent’anni di orgoglio”.
Vent’anni fa, dunque nel 2003, la nostra città ha ospitato il suo primo Pride e il primo in Puglia – allora pride nazionale – quest’anno siamo felici di celebrare i vent’anni di orgoglio della nostra città, allo stesso tempo ci troviamo a fare un bilancio di cosa è cambiato.
Ci siamo resi conto subito che la risposta non è del tutto positiva, l’unico obiettivo raggiunto sono state le unioni civili. Come sappiamo, si trattò di una vittoria mitigata dal discorso sulle genitorialità, rispetto al quale siamo attualmente ancora in attesa di progressi.
Ci raccontate brevemente il percorso della parata?
Il percorso prova ad avvicinarsi a quanto più quartieri della città, il suo punto di forza però, al quale non potevamo assolutamente rinunciare quest’anno, è il passaggio di fronte al Palazzo del governo.
È stato oggetto di una vera battaglia ma siamo orgogliosi di poter dire che l’abbiamo vinta! Immaginiamo un’azione forte lì davanti. Passeremo anche dal lungomare di Bari: per noi percorrere queste strade significa riappropriarci della nostra città non solo in quanto persone queer ma anche come cittadine e cittadini di una città in preda ad un processo di turistificazione di massa.
Vogliamo dirlo chiaramente, non siamo solo un posto in cui andare in vacanza. Alla fine avremo un palco in piazza Umberto I, vicino alla stazione centrale: un luogo controverso della nostra città, fortemente stigmatizzato in quanto luogo di ritrovo per molte persone razzializzate.
Ma sin dagli anni ’70 le persone queer ante litterm stavano lì, nei bagni pubblici, come unico spazio riservato alla loro sordida sessualità clandestina.
Quali interventi a voce sono previsti sul palco dopo la parata?
Il nostro coordinamento si compone di diverse realtà politiche, associazioni e non; solo poche di queste sono realtà LGBTQIA+ quindi lo spazio degli interventi sarà quello ideale per praticare l’intersezionalità delle lotte.
Non c’è transfemminismo senza lotta di classe, non c’è orgoglio senza antirazzismo, diritto allo studio e tutte le lotte che solo insieme
rappresentiamo. Non intendiamo essere settari.
Quali sono le associazioni e i soggetti che hanno organizzato il Pride?
3diPicche
Agedo Puglia Bari
ANPI Bari
Arcigay Bari
Casa Bachi
CGIL Bari
Famiglie Arcobaleno Puglia
Fridays for Future Bari
La Giusta Causa
Link Bari
Associazione Luca Coscioni
MIXED LGBTQIA+
Murgia Queer
Associazione M.U.R.O.
Rete Genitori Rainbow
ParDto DemocraDco
Possibile Puglia
Puglia Women Lead
UAAR Bari
UGS Bari
Tensi one
Unione degli StudenD Bari
Volt Puglia
Zona Franka
Che messaggio volete mandare alla politica nazionale?
Lo diciamo per esperienza, perché ci viviamo sopra al mare. Non è possibile porre degli argini a una marea. Non è possibile contrapporsi ai cambiamenti di una società.
Ciò contro cui il governo Meloni si basa, banalmente, già esiste. Non gli resta che prenderne atto. Non varrà a nulla il suo becero proibizionismo: sulla gestazione per altri, ad esempio, non ha senso la sua propaganda sul ‘reato universale’.
Nei vuoti normativi questo governo prospera tanto quanto nei divieti prospera lo sfruttamento, la criminalità, la mercificazione. Il principio cardine è l’autodeterminazione, contro ogni forma di controllo sui nostri corpi.
Presto questa gente sarà ricordata come quella che si opponeva al divorzio, al matrimonio fra persone bianche e nere, all’aborto… Ops! All’aborto si oppongono ancora.
Se l’Italia ha bisogno di figli, li facciamo noi. ‘Giù le mani dai bambini’, sì, ma da quelli migranti e da quelli delle famiglie omogenitoriali!
Piccolo extra: Bruna, la donna trans aggredita dalla polizia locale di Milano sarà la nostra madrina onoraria. Dopo un confronto con la sua avvocata, abbiamo saputo che Bruna era entusiasta di essere la madrina onoraria del Bari Pride e noi non possiamo che esserne altrettanto contentə.
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