Lo scorso fine settimana il corpo senza vita di un uomo di 42 anni è stato trovato in un parco di Bereven, in Belgio. L’uomo, secondo le prime ricostruzioni della polizia, avrebbe dovuto incontrare qualcuno conosciuto su un’app di dating, ma avrebbe trovato tre minorenni, presunti adescatori di omosessuali per poi aggredirli. Il 42enne è morto, picchiato e accoltellato. L’ipotesi dell’omofobia ha scioccato l’intero Paese.
Alexander De Croo, premier belga, ha fatto issare una bandiera rainbow fuori dal suo ufficio, sottolineando come la giustizia debba “fare il suo lavoro. Ma sia chiara una cosa, non accetteremo mai questa violenza nel nostro Paese”. Annelies Verlinden, ministro dell’Interno, ha rilanciato, ribadendo come “in una società matura” non ci possa nè debba essere spazio per l’omofobia.
I tre minorenni, uno di Anversa e due di Beveren, sono stati arrestati. Uno dei tre farebbe parte di un gruppo social chiamato “assaltatori di gay”. Il 17enne è comparso lunedì pomeriggio davanti a un magistrato minorile ad Anversa. È stato spedito in custodia cautelare in un centro per giovani, mentre i due 16enni sono attesi dai magistrati. L’Autorità Giudiziaria si rifiuta di fornire ulteriori informazioni sull’accaduto, vista la giovanissima età dei sospettati.
Cavaria, gruppo per i diritti LGBT +, si è presentato come parte civile nel caso, in modo da poter seguire le indagini più da vicino. Se l’omofobia fosse davvero il motivo dell’omicidio, si tratterebbe del secondo omosessuale ucciso in Belgio nella sua recente storia, dopo l’omicidio di Ihsana Jafri, nel 2012 assassinato da quattro uomini a Liegi solo perché omosessuale.
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Fonte: VRT
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