Su TikTok è uscita l’ennesima challenge di cui non c’era bisogno.
La boiler summer cup consiste nel rimorchiare ragazze definite, appunto, boiler. Il che si traduce in “brutte”, grasse, sfigate, vestite male. Ma più che altro grasse. Più la ragazza rientra in questi canoni, maggiore è il punteggio per il fenomeno che decide di partecipare.
@tommaso.104 qualcuno che si unisce al torneo?#boiler#boilersummercup🏆#fly @jacobbein_ ♬ original sound – BasedBloom
Ecco, tutte le volte che succede una cosa del genere sia su TikTok Italia, ma anche sugli altri social media e – in generale – nella quotidianità questo diventa un gravoso memo del fatto che viviamo in Italia. Sì, perché se una cosa del genere fosse uscita in Inghilterra, negli Stati Uniti o in tantissimi altri paesi sarebbe stata stroncata sul nascere.
Gli altri paesi stanno imparando cosa è giusto e cosa è sbagliato, a piccoli passi, ma ci stanno arrivando.
In Italia siamo ancora fermi alla mentalità da Cinepanettone, tra una scoreggia, una battuta a sfondo sessuale e il fat-shaming che, per qualche ragione che mi sfugge, fa ancora ridere o diventa un argomento di altissima critica con argomentazioni decisamente ben studiate:
[tweet id=”1526262261425356802″ /]In Italia ci schieriamo dalla parte dei nostri “eroi nazionali” quando un gruppo di Alpini ubriachi molesta sessualmente le nostre bambine, donne e ragazze.
[tweet id=”1525479320130531336″ /]Quindi non c’è da stupirsi se perderemo anche il treno di questa Generazione Zeta, verso cui le aspettative erano altissime.
E per quanto mi dolga sollevare ancora una volta dalla piena responsabilità i guasconi che danno vita a questi trend, purtroppo la colpa non è tutta loro. E neanche dei genitori, come qualcuno farebbe in fretta a banalizzare. Conosco persone che hanno a che fare con figli insopportabili anche avendocela messa tutta. Ma allora da dove deriva tutta questa sicurezza nel distruggere l’autostima e la voglia di divertirsi di un altro essere umano?
Dai media. Siamo tanto bravi a fregiarci d’inserire qua e là il token di un personaggio omosessuale, o a includere la quota “nera” in alcune fiction e serie TV. Non siamo altrettanto bravi però a lasciare andare programmi come Striscia La Notizia o La Pupa e il Secchione.
I media influenzano costantemente ciò che pensiamo, ciò che siamo e i nostri comportamenti. Quindi, come possiamo pretendere che un bambino cresciuto con Gerry Scotti e Michelle Hunzinker che si fanno gli occhi a mandorla, o un buffone in prima serata che si permette di commentare costantemente il fisico della sua co-presentatrice davanti a milioni di persone, possa imparare il rispetto per sé stesso e per gli altri?
[tweet id=”1382245038986555392″ /]E come pensiamo che l’ideale di donna che ride imbarazzata a una battuta sconcia, o che dice una parola ogni 50 del suo collega, lì solo per essere bella e desiderabile agli occhi del pubblico, possa instillare nelle donne di domani autostima e fiducia in sé stesse a prescindere dal proprio aspetto fisico?
Infine, come crediamo che un domani gli episodi di body shaming e di grassofobia si riducano se ancora oggi esistono giornaletti che parlano di diete miracolose per perdere la metà del proprio peso in un mese – a scapito della salute – o che danno le pagelle ai fisici delle presentatrici TV?
Il problema è che questo atteggiamento tenuto dai media uccide. Uccide ogni giorno, in maniera subdola. Ha quasi ucciso una bambina di 12 anni, vittima di pesantissimi atti di bullismo in cui i suoi compagni di classe la incitavano a suicidarsi così da non offendere i loro occhi con la sua grassezza.
Allora forse non si tratta solo di gogliardia, ma di un vero e proprio attacco indiscriminato, feroce e senza motivazioni se non quello del controllo sul corpo femminile. Che si traduce in mostri come la Boiler Summer Cup.
Quest’estate, tantissime ragazze avranno paura di andare in discoteca di divertirsi, terrorizzate dall’idea di rivedersi in un video su TikTok che le mette sul banco degli imputati solo per via del loro aspetto fisico su cui potrebbero o non potrebbero avere il controllo. Non è affar nostro.
@jami.jamiive lo giuro ho paura di tornare in italia a ballare ho già abbastanza pare per conto mio♬ original sound – Low Low
E non c’è incoraggiamento, né consolazione che tenga: la mentalità è troppo radicata sia da una parte che dall’altra, quindi gli slogan sull’amarsi e sul fregarsene di ciò che dicono gli altri non avranno effetto né questa volta né in quelle future. Loro staranno a casa, a chiedersi cos’hanno fatto di male per non meritarsi di sentirsi bene con sé stesse.
Ed è proprio in questo panorama desolante che urge un cambiamento a livello sistemico, in cui la gente comincia a ribellarsi e a boicottare i media che si permettono di far sì che cose come queste accadano.
Un passo alla volta.
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