V(anessa) Pappas, Chief Operating Officer di TikTok, ha fatto coming out come non binary.
L’ha annunciato questo lunedì 6 Febbraio in un toccante e potente statement sulla sua pagina Linkedin. Uno step già avvenuto da tempo nella sua vita privata, ma che ha sentito il bisogno di condividere pubblicamente, dichiarando che “le differenze sono ben accette e accolte su TikTok”.
Pappas spiega di identificarsi sia come donna che persona non binaria, di preferire V a V(anessa) e che i suoi pronomi sono they/them. Aggiunge di non pretendere che chiunque l chiami V o utilizzi i pronomi giusti, ma apprezzerebbe uno “sforzo nel riconoscere le sue preferenze”.
Apertamente pansessuale, sposatə da 20 anni e genitore di due figli che le hanno permesso di maturare il proprio ruolo di genitore ma anche mettersi in discussione, esplorando nuove idee e punti di vista: “Nella nostra famiglia passiamo molto tempo a parlare dell’importanza di riconoscere le diversità nell’orientamento sessuale, l’etnia, l’identità, l’età, lo status economico, i background politici etc” scrive, sperando di trasmettere ai propri figli la capacità di ascoltare, accogliere ogni differenza, e sensibilizzarli ad un ambiente sempre più inclusivo.
Nel suo statement Pappas riconosce l’importanza del linguaggio per l’autodeterminazione di ogni identità, e di essere nella posizione giusta per utilizzare la sua piattaforma come cassa da risonanza: “Puoi rappresentarti nella maniera che ti identifica di più, provare orgoglio, e celebrare questa diversità”.
Un coming out accolto sol con calore e supporto reciproco: “Dirigenti come te mi rendono fiera di aver lavorato con TikTok, e orgogliosa di essere parte della comunità LGBTQIA+” commenta l’ex dipendente Rebecca Victor, seguita dal marketing executive Noa Elan, che l’ha definito “un messaggio potente”, nella speranza che faccia da esempio per ogni altra piattaforma social.
Solo lo scorso Febbraio 2022, TikTok aveva annunciato di bannare l’uso di misgendering, deadnaming e qualsiasi termine o contenuto che vada a recare danno alle comunità marginalizzate, LGBTQ+ e alle donne, con l’obiettivo di creare un ambiente più sicuro per la comunità.
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