Un cane avrebbe contratto il vaiolo delle scimmie dai suoi due papà, una coppia gay che vive a Parigi. Lo riporta la rivista scientifica Lancet e si tratterebbe del primo caso di trasmissione del virus da uomo ad animale.
I due uomini, uno di 44 anni, sieropositivo hiv+ con cariche virali non rilevabili grazie ai farmaci antiretrovirali, e l’altro di 27 anni sieronegativo, sono una coppia che si concede libertà sessuale reciproca. A inizio Giugno hanno evidenziato lo sviluppo dei sintomi del vaiolo delle scimmie sui propri corpi: gli uomini avevano presentato un’ulcerazione anale 6 giorni dopo il rapporto sessuale con altri partner. Nel paziente 1, l’ulcerazione anale è stata seguita da un’eruzione vescicolo-pustolosa sul viso, sulle orecchie e sulle gambe; nel paziente 2, sulle gambe e sulla schiena. In entrambi i casi, l’eruzione cutanea è stata associata ad astenia, mal di testa e febbre dopo 4 giorni.
12 giorni dopo l’esordio dei propri sintomi, e dopo aver iniziato le cure presso l’ospedale Pitié-Salpêtrière, la coppia ha notato che il proprio levriero italiano maschio, di 4 anni e senza precedenti disturbi medici, presentava lesioni muco-cutanee, comprese pustole addominali e una sottile ulcerazione anale.
A quel punto anche il cane è stato sottoposto al tampone per il vaiolo delle scimmie ed è risultato positivo, nella stessa variante a cui erano risultati positivi i due papà.
Il cane – si è saputo in seguito – era abituato a dormire con la coppia e probabilmente, secondo quanto riportato dagli esperti virologi interpellati da Lancet, è entrato in contatto con le lesioni dei due uomini, leccandole e a sua volta leccando il proprio corpo.
Scrivono gli scienziati che hanno redatto il report per Lancet:
“Per quanto ne sappiamo, la cinetica dell’insorgenza dei sintomi in entrambi i pazienti e, successivamente, nel loro cane, suggerisce la trasmissione da uomo a cane del virus del vaiolo delle scimmie. Date le lesioni cutanee e mucose del cane, nonché i risultati positivi della PCR del virus del vaiolo delle scimmie da tamponi anali e orali, ipotizziamo una vera malattia canina, non un semplice trasporto del virus per stretto contatto con l’uomo o trasmissione per via aerea (o entrambi). I nostri risultati dovrebbero stimolare il dibattito sulla necessità di isolare gli animali domestici dagli individui positivi al virus del vaiolo delle scimmie. Chiediamo ulteriori indagini sulle trasmissioni secondarie tramite animali domestici.”
La vaccinazione per il vaiolo delle scimmie o monkeypox (MPX) sui target a rischio è iniziata sia in Francia, sia in Italia: ecco come e dove chiedere la vaccinazione.
(gf)
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