38 anni, Casey Stoney è l’allenatrice del Manchester United femminile, nonché ex giocatrice della nazionale inglese, con cui ha vinto un bronzo ai mondiali e un argento agli europei. Lesbica dichiarata dal 2014, Casey vive insieme all’amata Megan Harris, con la quale ha avuto tre figli. Intervistata dalla BBC, la Stoney si è detta stanca di doversi sentire ‘accettata’, chiedendo l’utilizzo di un linguaggio corretto da parte della società. Media in testa.
Perché la mia vita dovrebbe essere accettata? È come se dovessi essere accettata dalla società, e a me questo non piace. Non è la parola giusta da usare se parliamo di uguaglianza e diritti umani, se parlaimo semplicemente di amare un altro essere umano. Dovrebbe essere la cosa più normale del mondo. Le parole che usiamo sono davvero importanti, perché viviamo in un mondo in cui chiunque può dire qualsiasi cosa sui social media. I giovani usano un linguaggio diverso da quello che utilizzo io. Mettono in giro certi termini e usano la parola “gay” in modo dispregiativo. Quando sento la gente dire che la sessualità è una ‘scelta di vita’, ovviamente non ne sai abbastanza perché se ne sapessi abbastanza della vita che dovai andare a vivere, determinate scelte che dovrai fare e il modo in cui dovrai sopportare pregiudizi e stereotipi, allora capiresti che non è una vita facile da vivere, quindi perché sceglierla?
Le persone, ha continuato l’allenatrice del Manchester, dovrebbero invece “scegliere di istruirsi“. Nel 2014 Casey fece coming out dopo aver visto Tom Daley, all’epoca giovanissimo tuffatore britannico, fare altrettanto su Youtube. All’epoca Stoney giocava nell’Arsenal, e viveva come una “menzogna” il proprio recente passato.
Non ho mai nascosto la mia omosessualità nei giri calcistici, perché è accettata. Ma al mondo esterno si, non non avevo mai parlato. Sentivo quanto fosse importante per me parlare come da giocatrice lesbica, perché ci sono così tante persone gay che lottano, ci sono persone che si tolgono la vita perché sono omosessuali. Questo non dovrebbe accadere. Guardai le reazioni che ebbe Tom Daley. Furono incredibilmente positivo e pensai, “Wow, il mondo sta cambiando ed è ora che mi alzi e racconti la mia versione della storia”.
Perché coming out chiama coming out. Perché solo attraverso la visibilità pubblica le cose si possono cambiare, davvero, sul territorio, nella società, nelle case, nella testa delle persone.
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