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Caso Roccia: torna la pista lesbica

Nel processo di appello riaffiora la passione lesbica come movente dell’omicidio del ’98 di Nadia Roccia a Castelluccio dei Sauri.

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Nel processo d’appello per l’omicidio di Nadia Roccia, avvenuto a Castelluccio dei Sauri (FG) il 14 marzo di due anni fa, ritorna prepotentemente la tesi del movente omosessuale. Anna Maria Botticelli, amica della vittima già condannata in primo grado all’ergastolo con la presunta complice Mariena Sica, avrebbe deciso di uccidere la Roccia perché follemente innamorata di lei, che era però eterosessuale e la respingeva.

La passione avrebbe, secondo la tesi, spinto la Botticelli a usare le sue arme di suggestione nei confronti di Mariena Sica, convincendola che lo stesso padre di lei, apparsole in sogno, le ordinava l’omicidio.

La Botticelli avrebbe sempre nascosto la propria omosessualità frequentando numerosi ragazzi, grazie anche alla bella presenza; ma la passione che era sbocciata verso Nadia Roccia la portò a perdere la ragione.

La sentenza si dovrebbe avere la prossima settimana.

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