Il 20 gennaio del 2021 Joe Biden ha prestato giuramento come 46º presidente degli Stati Uniti d’America. Due anni fa finiva ufficialmente l’omotransfobico mandato di Donald Trump, con l’allora 78enne esponente democratico arrivato alla Casa Bianca facendo leva anche sulla comunità LGBTQI+.
Ma in 2 anni di presidenza, cosa ha concretamente fatto “Old Joe” a sostegno della comunità? Secondo GLAAD, l’amministrazione Biden ha portato a termine più di 182 mosse a favore dell’uguaglianza, inclusa la firma sul Respect for Marriage Act, atto legislativo che proteggerà a livello federale i diritti acquisiti con il matrimonio tra persone dello stesso sesso e interrazziali.
Appena eletto presidente Joe Biden ha ringraziato la comunità LGBTQ e promesso tutele per le persone transgender, fino al suo insediamento mai citate in un discorso inaugurale presidenziale. Ha immediatamente cancellato l’indecente divieto voluto da Donald Trump alle persone transgender nell’esercito, ha nominato la dottoressa trans Rachel Levine sottosegretaria alla sanità, ha trasformato Pete Buttigieg nel primo ministro dichiaratamente gay d’America, ha firmato uno storico memorandum per i diritti LGBTQ a livello globale, ha nuovamente concesso l’autorizzazione alle ambasciate USA di issare la bandiera rainbow, ha trasformato il Pulse in memoriale nazionale contro l’omotransfobia, ha nominato la prima ambasciatrice USA apertamente lesbica di sempre e ha ribadito l’urgenza di porre fine all’omotransfobia.
La scorsa estate ha firmato un ordine esecutivo per proteggere le persone LGBTQ+ minacciate dagli omotransfobici USA e ha duramente criticato la legge Don’t Say Gay della Florida, si è opposto leggi che limitano il percorso di transizione in diversi Stati americani, ha assegnato la medaglia presidenziale della libertà alla calciatrice Megan Rapinoe e accettato uno scambio di prigionieri con la Russia pur di liberare la cestista Brittney Griner.
Sarah Kate Ellis, presidente e CEO di GLAAD, ha così commentato i primi due anni di presidenza Biden a PinkNews: “Con parole e fatti, in modi radicali e dettagliati, il presidente ha incluso e accolto le persone LGBTQ, dando loro elevata visibilità e accettazione, sostenendo l’uguaglianza e l’espansione della libertà“. In particolare, spiega Ellis, Biden ha “nominato un numero record di giudici LGBTQ, nominato persone LGBTQ in tutta la sua amministrazione e ampliato le protezioni LGBTQ attraverso nuove leggi storiche, ordini esecutivi e politiche ad hoc“.
Sarah Warbelow, direttrice legale della Human Rights Campaign (HRC), ha sottolineato come Biden abbia compiuto “passi decisi per sostenere la comunità LGBTQ”, soprattutto se confrontato alla precedente amministrazione Trump. Ma non è tutto oro quel che luccica, perché Biden, che non ha mai avuto la maggioranza sia alla Camera che al Senato, non è riuscito a tramutare in realtà alcune promesse fatte.
Biden si è ripetutamente espresso contro l’epidemia di violenza nei confronti delle persone trans negli Stati Uniti, ma c’è chi rimarca come non sia stata portata a termine alcuna azione significativa per proteggere le persone americane transgender.
Senza una netta maggioranza al Congresso, Biden non è poi riuscito ad approvare l’Equality Act, che darebbe alle persone LGBTQ+ tutele legali più forti sul fronte discriminazione. Biden aveva promesso che avrebbe approvato la legge entro i suoi primi 100 giorni da presidente. Ne sono passati oltre 700. Approvato alla Camera, un tempo a maggioranza democratica e ora repubblicana, l’Equality Act dovrebbe ora passare il voto al Senato, nel frattempo diventato democratico.
Gli attivisti chiedono anche un intervento deciso a protezione delle persone trans* che vogliono praticare sport nelle scuole, vista l’enorme quantità di legge repressive repubblicane presentate nei vari Stati d’America, e un divieto ufficiale alle terapie di conversione.
L’amministrazione Biden ha promesso di dare la priorità alla scienza rispetto allo stigma, con la presidente GLAAD che ha chiesto al presidente di “accelerare la revoca delle politiche discriminatorie di screening contro gli uomini LGBTQ riguardanti la donazione di sangue e plasma”. Attualmente, gli uomini queer devono astenersi dal sesso per tre mesi prima di poter donare il sangue. La FDA sta lavorando per porre fine a questo divieto generalizzato e discriminatorio.
Se due anni fa si dava quasi per scontato un primo e ultimo mandato per Joe Biden, vista l’età avanzata, il presidente repubblicano starebbe seriamente pensando ad una ricandidatura, che prenderebbe forma ad 82 anni compiuti, con un’elezione che lo vedrebbe sfidare l’astro nascente dei repubblicani Ron DeSantis o il redivivo Donald Trump. Entrambi dichiaratamente omotransfobici, con la comunità LGBTQI+ d’America in allerta per evitare un triste e pericoloso ritorno al recente passato.
Due anni ancora per proseguire sulla strada dei diritti, dell’inclusione totale e della mancata discriminazione, per Joe Biden, promosso ma con la consapevolezza che si può sempre fare meglio dopo 24 mesi di presidenza.
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