Nata il 24 settembre 1976 a Como, Alessandra Locatelli è una leghista convinta dal 1993. Nella sua città natale è assessora alle Politiche sociali e svolge il ruolo di vice sindaca. Mentre a Roma è entrata alla Camera dei Deputati con le ultime elezioni politiche. Ruoli che ora dovrà lasciare, in quanto nuova ministra delle Famiglie e delle Disabilità. Su quest’ultimo punto, la Locatelli è molto preparata, essendo responsabile di una comunità per disabili Anffas Onlus di Como.
Oltre a questo, dal 1995 è impegnata nel sociale, che l’ha vista attiva in Nigeria e in Congo, oltre a collaborare con molte associazioni rivolte agli anziani, a disabili e alle famiglie più disagiate. Nel tempo libero, però, non manca di condividere su Facebook post contro i migranti e le Ong, e ultimamente ha anche criticato la capitana della Sea Watch Carola Rackete. Linea dura poi verso i volantinaggi, i venditori di rose e i barboni che chiedevano l’elemosina a Como, venendo definita come la “vicesindaca-sceriffo”.
Tema diritti LGBT: cosa ne pensa Alessandra Locatelli?
Alessandra Locatelli non ha mai dato pareri riguardanti la comunità LGBT. Ai giornalisti che l’hanno intervistata subito dopo il giuramento, fuori dal Quirinale, ha affermato che non era presente al Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona. Ma è una ferma sostenitrice dei diritti della famiglia, senza specificare altro.
Non ero a Verona. Ma condivido il pieno diritto della famiglia come sancito dalla nostra Costituzione e credo nella famiglia da tutelare per garantire la crescita del tasso di natalità. Bisogna supportare le famiglie anche economicamente, perché viviamo in un’epoca difficile per le famiglie in difficoltà, come quelle che hanno in carico persone anziane e disabili.
Da una persona impegnata nel sociale e nell’aiuto delle famiglie come la neo ministra, ci si aspetterebbe anche un pensiero rivolto alle famiglie arcobaleno, dato il ministero che andrà a ricoprire. Invece, ha semplicemente detto “Ne parleremo andando avanti“.
Mentre Pro Vita è speranzosa che la ministra continui il lavoro di Fontana, noi ci auguriamo invece che il supporto e la tutela alle famiglie comprenda anche quelle LGBT. O perlomeno che non se ne esca dichiarando che le famiglie arcobaleno non esistono.
Credits: Francesco Ammendola – Ufficio Stampa Quirinale
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