Dopo il successo ottenuto con “Il caso Braibanti“, premiato ai Nastri d’Argento e arrivato ad un passo dalla nomination ai David di Donatello, Carmen Giardina e Massimiliano Palmese daranno vita anche ad un documentario sulla vita di Dario Bellezza, poeta romano scomparso il 31 marzo del 1996, a soli 52 anni, vittima della pandemia di AIDS. Al suo capezzale, in una corsia dell’ospedale Spallanzani, solo i familiari e pochissimi amici, tra cui Renzo Paris, che ne ha oggi dato notizia su Il Manifesto.
Nato a Roma nel 1944, Bellezza fu scoperto e lanciato da Pier Paolo Pasolini, che lo definì “il miglior poeta della nuova generazione“. L’autobiografico l’Innocenza (1970) il suo esordio nella letteratura, con prefazione di Alberto Moravia, seguiti da Lettere da Sodoma (1972) e Il carnefice (1973). Tra i temi trattati nella poesia di Bellezza, premiata nel 1976 a Viareggio, l’amore omosessuale, all’epoca considerato ancora scabroso. Nel 1986 il poeta si scontrò in tv con Aldo Busi, durante una puntata di Mixer Cultura (video in testa al post), dandogli apertamente della “puttana che va in giro a vendere i suoi libri“, accusandolo di sfruttare l’omosessualità per motivi puramente commerciali. Negli anni successivi arrivarono Angelo (1979), Turbamento (1984), L’amore felice (1986) e Nozze col diavolo (1995).
Malato di AIDS dal 1987, Dario Bellezza morì in povertà e solitudine, dimenticato dallo stesso mondo culturale nazionale, il 31 marzo del 1996 a Roma. “Molti non mi chiamano nemmeno più” si era lamentato Bellezza poco prima di morire. “Hanno paura di infettarsi persino al telefono“.