La scorsa settimana in commissione giustizia alla Camera è andato in scena uno ‘strappo’ sul DDL Zan che le associazioni LGBT d’Italia non hanno digerito, chiedendo rispetto e nessun ulteriore compromesso sulla nostra pelle.
Se il relatore nonché deputato PD Alessandro Zan ha assicurato che nulla cambia all’interno della legge contro l’omotransfobia e la misoginia dinanzi all’emendamento Costa approvato e tanto criticato, è oggi Monica Cirinnà, madre delle unioni civili, a prendere parola. E a ‘fare chiarezza‘.
“Negli ultimi giorni, diverse associazioni LGBT+ hanno preso posizione sull’andamento dei lavori parlamentari sulla proposta di legge contro misoginia e omolesbobitransfobia, ed in particolare sulla mediazione raggiunta con alcuni settori di Forza Italia sulla riformulazione dell’emendamento Costa“, esordisce la senatrice, che ha poi assicurato come il PD ascolti “con attenzione queste voci e la preoccupazione che esprimono, nello spirito di collaborazione e reciproco rispetto che da sempre caratterizza il suo rapporto con il movimento”.
Un movimento che, come spesso ripeto, non può che essere e rimanere avanguardia rispetto ad una politica che, però, deve avere “il coraggio di avere coraggio” per prendere le decisioni necessarie a proteggere e migliorare la vita dei cittadini. L’autonomia dei rispettivi ruoli è un valore non importante, ma vitale. Da preservare, nel confronto aperto, costante.
Ed è qui che la Cirinnà si addentra nell’emendamento Costa che ha terremotato le associazioni LGBT, da giorni sul piede di guerra di fronte all’ipotesi di una legge che possa tramutarsi in ‘contentino’.
Ma l’intesa sulla riformulazione del testo Costa, la mediazione che abbiamo messo in atto, si è resa necessaria per proteggere la legge dai molti voti segreti che ci saranno in Aula, consolidando la maggioranza e allargando il campo dei parlamentari disponibili a sostenere la legge: non certo per svuotarla o, peggio ancora, per gratificare i molti oscurantisti che purtroppo siedono in Parlamento. Il Partito democratico, a partire dal relatore Zan, ha lavorato per limitare al minimo le modifiche, infatti il testo approvato offre solide garanzie di protezione poiché ribadisce semplicemente la libertà di opinione previste dalla nostra Costituzione. Questa, infatti, non è una legge contro la libertà di espressione, ma una legge che serve a riconoscere e tutelare la dignità delle persone.
“Il nostro Segretario, fin dal suo insediamento, ha più e più volte ricordato la necessità e l’urgenza di approvare questa legge”, scrive la senatrice Cirinnà. “Come responsabile del Dipartimento Diritti, ribadisco che – superato questo difficile passaggio – essa può e deve essere approvata senza ulteriori modifiche. La mia speranza è che la data del 3 agosto per l’arrivo delle legge in aula alla Camera, sia rispettata, così da poterla recepite in via definitiva al senato senza modifiche, evitando così le tre letture. Il Partito democratico crede in questa legge, ha sostenuto Alessandro Zan nel lungo e complesso lavoro di preparazione del testo e continua a sostenerlo in queste ore. Non ci tiriamo indietro. Né lo faremo mai. Perché prima di ogni cosa vengono le persone”.
Al 3 agosto, data dell’approdo alla Camera del DDL, l’ardua sentenza. Nell’attesa Silvio Berlusconi, capo di Forza Italia, ha già annunciato il no al DDL del proprio partito, lasciando comunque libertà di coscienza ai propri parlamentari.
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In un precedente articolo nel quale le organizzazioni che ci rappresentano stigmatizzavano i ritardi e la paura ( ben giustificata) che il decreto Zan venga snaturato , ho contato almeno una decina di " organizzazioni" . L'Italia dei mille comuni e dei mille campanili non si smentisce mai ! Quando comprenderemo che a coltivare ognuno il proprio orticello si fa il gioco dei nostri nemici ? Nemici , si perché finché restiamo invisibili ed innocui siamo quasi tollerati ; ma guai a voler essere considerati come ogni altro essere umano , con propria dignità, degni di rispetto e di diritti civili?