Stando all’associazione Germany’s Bundesverband Trans*, tra gli anni Novanta e il 2011, almeno 10,000 persone sono state sottoposte a sterilizzazione.
Un provvedimento bandito nel 2011, ma ancora contemplato da svariati paesi europei. Tanto che in molti stanno provvedendo ad una retribuzione monetaria da parte dello Stato per compensare le persone transgender dei danni subiti: la prima è stata la Svizzera che nel 2018 ha stabilito un compenso di 22,000 euro. Due anni dopo anche i Paesi Bassi hanno retribuito più di 5,000 euro ad ogni persona transgender che è stata sterilizzata durante il percorso di transizione. Oggi anche la Germania sembrerebbe pronta a questo passo, mossa che potrebbe essere spunto anche per altri paesi come Romania, Repubblica Ceca, e Finlandia: “Sarebbe un grande avviso da parte del nostro paese” dichiara a GayTimes Viktor Heumann, co-founder di Transparent, associazione di Praga contro l’ordine di sterilizzazione “Speriamo in un segnale dall’estero”.
@openlynews Around 10,000 trans people in #Germany underwent forced sterilisation between 1981 and 2011, according to BvT. #lgbtgermany #berlin ♬ PIANO AND CELLO – Treia Music
Un processo invalidante e senza consenso per innumerevoli persone trans, che hanno rinunciato alla possibilità di avere figli, ma non solo: la Germania sta anche contemplando un compenso per tutte quelle persone che sono state costrette al divorzio. Questo perché fino al 2009, se dentro una coppia sposata (eterosessuale) un* dei due portava avanti un percorso di transizione, doveva obbligatoriamente divorziare dal proprio partner, restando separati per più di un anno. Non solo un modo per impedire alle persone trans di avere figli, ma anche una mossa del governo per “proteggere” la società eteronormata e limitare il più possibile le coppie omosessuali riconosciute dallo Stato.
Secondo le statistiche del YouGov, il 20% della popolazione tedesca ritiene che le persone hanno già fin troppi diritti, mantenendosi piuttosto scettici riguardo i compensi economici. Non è ancora chiaro su quanto ammonterà la retribuzione, ma Nyke Slawik – prima legislatrice apertamente trans ad essere eletta in Germania, insieme alla collega Tessa Ganserer – ci tiene a ribadire che nessuna somma sarà sufficiente per coprire i danni e le oppressioni subite, e che per molte persone i soldi non sono il focus del discorso. Nelle parole di Cathrin Ramelow – fotografa 58enne di Wilhelmshaven: “Quello che è davvero importante è che siano davvero consapevoli di quello che hanno fatto, e chiedano scusa“.
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