TW: transfobia
Conoscerete almeno una persona con delle Dr. Martens.
Quello stivale, che all’inizio ti fa un male cane ma così iconico da conquistare mezzo mondo, ha una storia centenaria: da scarpone per minatori e l’esercito britannico nel 1901 a simbolo della sinistra inglese nel 1961, a brand di riconoscimento per la sottocultura punk negli anni ’80. Grevi e chic, le Dr. Martens oggi le vedete addosso a quasi chiunque, senza vincoli di genere, età, o contesto.
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Non sarà un caso che nel 2023 l’ultimo modello è un trionfo di orgoglio trans*: create dal designer Jess Vosseteig, illustratore queer del Colorado, lo stivale vede per la prima volta ritratta una persona transgender con mastectomia, tra nuvole e arcobaleni. Vosseteig dichiara di aver voluto (ri)aggiornare il classico modello anni Settanta con un po’ di gioia queer.
Un modello a tiratura limitata, ma sufficiente per far incazzare tutte le terf del circondario: inserito come sponsor promozionale di Costa Coffee, tra le caffetterie pù famose al mondo insieme a Starbucks, nonostante ben 9,400 cuoricini su Instagram, l’azienda è stata tacciata di promuovere una “ideologia grottesca”: da Mara Yamauchi, terza donna britannica più veloce di sempre a correre una maratona, indignata davanti questa “mutilazione del seno”, ha promesso di non comprare mai più Dr. Martens in vita sua. Ma anche Claudia Clare, artista di ceramiche, devastata perché le Dr. Martens un tempo erano simbolo della comunità lesbica anni ’80, ma oggi si azzardano ad essere inclusive.
Dr. Martens non è la prima azienda a far incazzare la gente: mesi fa la catena di birre americana, Bud Light, e la Nike, sono finite nell’occhio del ciclone per aver scelto come sponsor Dylan Mulvaney, TikToker transgender così radiosa che i transfobici non se ne fanno una ragione.
Nel frattempo, un rappresentante del brand ha risposto che il modello facesse parte di un givèaway limitato, e rappresenta la visione dell’artista coinvolto, che si dà il caso essere parte della comunità LGBTQIA+: “Abbiamo sempre accolto la diversità nella nostra community. Siamo orgogliosi di supportare il nostro team e i nostri clienti, e continueremo a supportare la creatività e la libertà d’espressione” .”
Anche Costa Coffee ha ribadito che vogliono creare e incoraggiare le persone a “sentirsi accolte, libere, e orgogliose di essere sé stesse senza vergogna”.
Che dormino in pace le terf.
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