Assessore al Welfare del comune di Napoli, Luca Trapanese è diventato un nome nonché un volto ‘celebre’ del Bel Paese grazie alla piccola Alba, bimba con la sindrome di Down abbandonata in ospedale e nel 2017 da lui adottata dopo non pochi rifiuti da parte di 30 ‘famiglie tradizionali’. Gay, single, cattolico praticante, impegnato nel sociale, Luca ha raccontato quanto di spiacevole accaduto giorni fa al mare, in spiaggia tra le giostre.
“Si è avvicinato un bimbo e, senza minimi termini, mi ha detto che secondo la sua mamma Alba è malata e anche brutta. Sono rimasto di pietra, non sapevo nemmeno cosa rispondere, perché mia figlia non è malata e la sua disabilità non la invalida dell’essere una bambina felice, oltre ad essere oggettivamente bella”. “Quel bimbo, grazie alla sua mamma, rappresenta una parte della società ostile alla diversità, indifferente al dolore, incentrato sul raggiungimento di una perfezione che non esiste”.
Parole che fanno male, come macigni, presto cancellate da un altro bambino, Arturo, compagno di classe di Alba che ha emozionato papà Luca, con un’immagine e parole d’affetto.
“Grazie a te e ad Alba…lei riesce a sfiorargli le mani…e il cuore”, a corredo di una foto che vede Alba mano nella mano con Arturo, con i rispettivi grembiulini, prima di entrare in classe.
“Bisognerebbe iniziare a costruire una società nella quale i figli non vengano visti come una proprietà o augurare che siano i primi ed i migliori“, ha commentato Trapanese sul proprio profilo Instagram. “Bisognerebbe iniziare a ragionare sul bene comune, partire dall’idea che sono TUTTI figli nostri, nonostante le diversità, e che ognuno di loro ha diritto alla FELICITÀ e non al primato di “migliore”. Bisognerebbe costruire una società incentrata sull’idea del “villaggio” dove le ricchezze, le gioie, i problemi, le difficoltà si condividono ed i figli diventano di un’intera Comunità. Certo è che posso rendere Alba la bambina più abile del mondo, le posso garantire le migliori terapiste, posso cercare per lei la scuola più preparata, ma se non sarà accolta dalla società come una persona e non come una handicappata il mio lavoro è stato del tutto inutile. Grazie Arturo perché con questa foto mi hai ridato la speranza che avevo perso qualche giorno fa“.
Da poche settimane Alba è diventa anche personaggio editoriale grazie a Giunti Editore. È infatti uscito in libreria “Alba“, collana di racconti per parlare di disabilità e diversità ai bambini. Non sono favole, ma esperienze vissute, con papà Luca che ne ha curato il progetto.
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