Nel fine settimana Eugenia Roccella, ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità nel governo Meloni, è tornata ad attaccare le famiglie omogenitoriali. Al cospetto di un sempre più preoccupante calo demografico, Roccella, in collegamento con gli “Stati generali della Basilicata: summer school” di Fratelli d’Italia, ha dichiarato:
“Per tornare a incoraggiare la natalità bisogna anche fare una politica diversa nei confronti della famiglia, perché i figli si fanno nel modo classico, con un uomo e una donna che vivono insieme e fanno famiglia”.
Non contenta, ha aggiunto.
“C’è una cultura da molti decenni ormai dell’anti-famiglia, non soltanto una disattenzione sicuramente politica. C’è un attacco, dagli anni ’60, alla stessa idea di famiglia, sembra che tutti i mali nascano qui, che sia un luogo di oppressione, di cattiveria, di sofferenza. La famiglia è la custodia della nostra individualità – ribatte – è l’ultimo facilitatore, per esempio, per tutte le persone in difficoltà. C’è stato certamente un attacco alla famiglia e, in particolare, alla natalità. C’è questa idea dagli anni ’60 che bisognava smettere di fare figli, a livello internazionale”.
Parole che hanno suscitato immediato clamore ed inevitabili polemiche. Luca Trapanese, che in passato ha più volte replicato agli attacchi alle famiglie arcobaleno da parte di Giorgia Meloni, Matteo Salvini e la stessa Roccella, si è detto “sorpreso” sulla “nuova lezione su cosa significhi “famiglia” e chi può essere considerato diverso rispetto a questo istituto” da parte della ministra.
“Sono seriamente preoccupato, al punto da considerare l’idea di lasciare questo bellissimo paese che sembra essere in declino e cercare altrove una società più inclusiva“, ha aggiunto Trapanese, padre gay della piccola Alba, da lui adottata. “La Ministra sembra aver dimenticato i genitori adottivi, che dedicano amore incondizionato ai figli non biologici, i genitori affidatari che si prendono cura dei bambini e delle famiglie vulnerabili, le madri e i padri single che per vari motivi hanno cresciuto da soli i loro figli e che per loro rappresentano una famiglia. Ha dimenticato anche le famiglie dei divorziati, che lottano per ritrovare un equilibrio. Queste sono solo alcune delle molte forme di famiglie italiane, e se non si riconosce questa diversità, si fa del male all’intera comunità italiana, che è anche la nostra comunità. Amo mia figlia Alba più di qualsiasi altra cosa al mondo, e non cambierei nulla del suo essere. Ogni giorno mi sveglio con la consapevolezza che la sua felicità dipende principalmente dalla mia serenità“.
“Ogni famiglia ha la sua semplicità, e sono sicuro che Alba sia una bambina felice perché è amata“, ha proseguito Trapanese, la cui storia omogenitoriale sarà presto al cinema con il film Nata per Te.
“Per lei, la sua famiglia è perfetta così com’è, nonostante le imperfezioni che ci caratterizzano. Mi aspettavo da una Ministra della Famiglia discorsi incentrati sulle sfide delle famiglie italiane, sulla loro capacità di far fronte alla quotidianità, indipendentemente dall’orientamento sessuale delle coppie. Mi aspettavo proposte per sostenere la genitorialità, centri di aggregazione, più asili nido e iniziative volte a far crescere l’intera società italiana. Non dovremmo cercare di ripristinare una famiglia tradizionale, che forse non è mai esistita, ma dovremmo recuperare il senso di comunità che abbiamo completamente perso“.
Parole travolte da un fiume di like e commenti. Tra i tanti spicca quello di Sandra Milo, che ha risposto: “Le dichiarazioni della Ministra Roccella sono solo l’emanazione del governo che rappresenta e che non riconosce come nucleo familiare quelle monogenitoriali, omogenitoriali e affidatarie. Negare l’esistenza, non riconoscere lo status di famiglia di quelle in cui l’affetto che le unisce è già famiglia di per sé è una forma di espunzione gravissima“.
Anche Alessandro Zan ha duramente contestato Roccella, cinguettando: “Non con i congedi paritari, non con nuovi nidi, non alleggerendo il carico di cura per le donne. Per Roccella l’unico modo per incentivare la natalità è ricordare che i figli li fanno un uomo e una donna che vivono insieme. Punto, tanto basta. Problema risolto. Ma dove vive?”.
Purtroppo al ministero delle opportunità.
Roccella sulla natalità "i figli si fanno nel modo classico"…
e occhio alle posizioni consentite…#Roccella #natalità #GovernoMeloni#9settembre pic.twitter.com/HWdOXI9NC4— Sirio (@siriomerenda) September 9, 2023