Elliot Page prima della transizione non vedeva un futuro

L'attore racconta il suo difficile percorso e manda un messaggio di speranza a chi ascolta.

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Elliot Page
2 min. di lettura

Elliot Page è l’esempio lampante di rinascita.

Dopo il coming out come transgender nel 2020, la sua crescita personale e artistica non fa altro che decollare: dall’autobiografia Pageboy al nuovo film Close to You che lo vede ritrovare una nuova sicurezza anche davanti la macchina da presa.

Ma non è sempre stato così facile: ospite al podcast On Purpose di Jay Shetty ha raccontato che il suo approccio alla vita è cambiato parecchio e prima della transizione faticava a vivere anche gli aspetti più banali della quotidianità.

Per un lungo periodo della mia vita, ho faticato a vivere proprio al livello minimo, è stato faticoso per me anche solo sedermi, essere produttivo, essere presente in generale” racconta Page, aggiungendo: “Non riuscivo a vedere il futuro perché non sapevo quanto avresti resistito a sentirmi così”.

Da quando ha avviato il percorso di affermazione di genere, Page sente di riuscire a gestire le giornate con occhio lucido e rimanendo presente. Non che sia sempre facile, ma è sicuramente meglio sentirsi “immerso dentro nella vita, piuttosto che struggersi su come viverla”.

Prima della transizione, Page si descrive come un ‘monogamo seriale’ che nelle relazioni cercava di distrarsi dal vuoto che portava dentro. Oggi Elliot sente che ha imparato a stare da solo.

Mi sto davvero godendo a connettermi con le persone, a divertirmi di più, ma anche a starmene per conto mio adesso. Ed è davvero una novità per me” racconta Page a Shetty “Letteralmente ogni aspetto della mia vita è migliore adesso. C’è questa abilità ad esistere ogni giorno sul set e semplice stare nel mio corpo“.

Page ha colto l’occasione per ribadire di trovarsi in una posizione abbastanza privilegiata da permettersi una transizione sicura insieme all’adeguata assistenza sanitaria (e alla luce dell’attuale clima politico, in vari stati d’America non è decisamente possibile per tutt3).

Mentirei se dicessi che non ci sono stati alcuni aspetti di questa esperienza più o meno inusuale che non sono stati sfide o difficili, ma allo stesso tempo, ricordo sempre quanto hanno influito il pivilegio e le risorse intorno a me ad aiutarmi e proteggermi”.

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