Continua a far rumore quanto annunciato dal presidente serbo Aleksandar Vučić, sostenitore filo-russo della destra omotransfobica, appartenente a quelle forze politiche europee che ispirano la destra italiana di Meloni, Salvini e Berlusconi, ovvero la “cancellazione” dell’EuroPride di Belgrado del prossimo 17 settembre.
Gli organizzatori hanno infatti zittito il presidente della Repubblica, confermando la loro presenza in massa. “Lo Stato, e in particolare modo la polizia, può limitarsi a vietare l’EuroPride, non cancellarlo”, ha tuonato Goran Miletić, coordinatore di EuroPride2022. “Decisioni del genere sarebbero contrarie alla Costituzione, la Corte Costituzionale serba ha già revocato decisioni simili nel 2009, 2010, 2011 e 2012. E gli eventi tenuti in luoghi chiusi previsti per EuroPride 2022 non possono essere vietati. Siamo in attesa della decisione ufficiale alla quale presenteremo ricorso”.
Kristine Garina, presidente di European Pride Organizers Association, ha continuato:
“Il presidente Vucic non può cancellare l’evento di qualcun altro. EuroPride non è stato cancellato e non sarà cancellato. Quando è stato proposto l’EuroPride 2022, il primo ministro della Serbia, Ana Brnabic, aveva promesso il pieno sostegno del governo serbo per l’EuroPride a Belgrado e ci aspettiamo che questa promessa venga onorata”. “Il diritto al Pride è stato dichiarato dalla Corte Europea dei Diritti Umani un diritto umano fondamentale. Qualsiasi tentativo di “vietare” un Pride è una violazione degli articoli 11, 13 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, ratificata dalla Serbia come membro del Consiglio d’Europa. L’EuroPride a Belgrado non sarà cancellato e riunirà migliaia di persone LGBTI+ da tutta Europa con persone LGBTI+ dalla Serbia e dai più ampi Balcani occidentali. Porterà molti milioni di dinari nell’economia locale e consentirà alla Serbia di dimostrare che è sulla strada per diventare una nazione europea progressista e accogliente. Quello che le autorità serbe devono fare è resistere con fermezza a questi bulli, proteggendo l’evento”.
Parole durissime a cui Aleksandar Vučić, travolto dalle critiche, non ha ancora replicato. Il presidente della repubblica serba ha ammesso che i diritti delle persone LGBTQIA+ sono a rischio, ma ha sottolineato di aver ricevuto forti pressioni dai partiti di estrema destra e da alcuni rappresentanti della Chiesa Ortodossa serba. Cedendo alle loro richieste omotransfobiche.
Nel fine settimana riconfermata premier dallo stesso Vucic, Ana Brnabic non ha ancora replicato alla ‘cancellazione’ dell’EuroPride da parte del Capo dello Stato. Un silenzio doppiamente rumoroso, perché Brnabic, che aveva promesso il totale appoggio del Paese agli organizzatori della storica manifestazione, è lesbica dichiarata.
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